22 dicembre 2008

in fondo, una luce

Come già detto in passato, nell'ambito pubblicitario (come in tutti i lavori di "servizio") c'è la sindrome del "riusciamo a vederlo prima di Natale?", che fa sì che i clienti possano andarsene in vacanza tranquilli, mentre tu fai orari da bestie per poterli accontentare.
C'è chi parte il 18, chi il 19, chi il 24 e con le LORO partenze stabiliscono la TUA via Crucis.
In tutto questo c'è un'aggravante: io sarei anche cattolico. E, per un cattolico, il Natale ha un significato molto importante; che va ben al di là del "sotto le feste siamo tutti più buoni.
Bisognerebbe avere un po' di tempo da dedicare alla propria spiritualità.
E invece è tutta una corsa.

Venerdì ero a Parma; oggi a Vicenza.
E facendo su e giù dai treni continuavo a vedere gente con trolley al seguito che intraprendeva viaggi verso montagna, casa dei genitori, eccetera.
Mentre io continuo ad avere un'agenda (non ce l'ho fisicamente, eh! è un modo di dire) piena di impegni e scadenze.
Nella riunione di stamattina a Vicenza, alla fine dell'organizzazione del nuovo lavoro, c'è stata la fatidica domanda: "ma tu fino a quando lavori?"
E io, che mi vedevo già al 24 pomeriggio a lavorare con mia moglie che mi chiama sul cellulare e mi dice "dove sei? dobbiamo andare da mia sorella", ho preso una grossa boccata d'aria e ho detto:"da domani sono in ferie".
Mentendo, ovviamente.
Eccheccazz...

2 commenti:

zesitian ha detto...

eh, ma se lo sanno tutti che oggi, col computer, si fa tutto...

Matteo ha detto...

Basta che poi, quelli che erano alla riunione, non leggano il blog...