Come già detto in passato, nell'ambito pubblicitario (come in tutti i lavori di "servizio") c'è la sindrome del "riusciamo a vederlo prima di Natale?", che fa sì che i clienti possano andarsene in vacanza tranquilli, mentre tu fai orari da bestie per poterli accontentare.
C'è chi parte il 18, chi il 19, chi il 24 e con le LORO partenze stabiliscono la TUA via Crucis.
In tutto questo c'è un'aggravante: io sarei anche cattolico. E, per un cattolico, il Natale ha un significato molto importante; che va ben al di là del "sotto le feste siamo tutti più buoni.
Bisognerebbe avere un po' di tempo da dedicare alla propria spiritualità.
E invece è tutta una corsa.
Venerdì ero a Parma; oggi a Vicenza.
E facendo su e giù dai treni continuavo a vedere gente con trolley al seguito che intraprendeva viaggi verso montagna, casa dei genitori, eccetera.
Mentre io continuo ad avere un'agenda (non ce l'ho fisicamente, eh! è un modo di dire) piena di impegni e scadenze.
Nella riunione di stamattina a Vicenza, alla fine dell'organizzazione del nuovo lavoro, c'è stata la fatidica domanda: "ma tu fino a quando lavori?"
E io, che mi vedevo già al 24 pomeriggio a lavorare con mia moglie che mi chiama sul cellulare e mi dice "dove sei? dobbiamo andare da mia sorella", ho preso una grossa boccata d'aria e ho detto:"da domani sono in ferie".
Mentendo, ovviamente.
Eccheccazz...
2 commenti:
eh, ma se lo sanno tutti che oggi, col computer, si fa tutto...
Basta che poi, quelli che erano alla riunione, non leggano il blog...
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