È successo.
Dopo tanti anni di venerdì sera trascorsi insieme, per un motivo o per l'altro doveva succedere.
Piccolo prologo: dal 2002 circa un piccolo gruppo di milanesi (Dauno, Guido ed Elena, Dalia ed io) si vedeva tutti i venerdì sera per mangiare il pollo.
Perché il venerdì sera? Semplice, perché è il giorno in cui sei stanco morto e avresti voglia di non fare un belino.
Però, allo stesso tempo, se il venerdì sera esci e vedi gente, hai come l'impressione che il weekend cominci prima (e sia un po' più lungo).
Allora avevamo stabilito questa consuetudine: ci vedevamo da Gabry (bar/gelateria di viale Umbria), ognuno all'ora in cui riusciva ad uscire dall'ufficio. Si prendeva un aperitivo e poi si andava a casa di Dauno a mangiare il pollo (rigorosamente acquistato da Giannasi, in piazzale Buozzi), un po' d'insalata e poi il gelato.
Non si faceva niente di particolare: si stava lì, si mangiava, si dicevano scemate, si guardava un po' di tv (alcune teledipendenze sono cominciate da lì; "The Shield" o "Lost", per esempio).
La compagnia pollo, negli anni, ha subito diverse modifiche in quanto a partecipanti (siamo arrivati anche a una dozzina), ma i 5 storici rimanevano sempre.
Ci sono stati anche diversi "ospiti": gente incuriosita dalle nostre serate e che voleva partecipare almeno una volta.
Ho sempre pensato che il giorno che questa sorta di incantesimo si sarebbe spezzato, sarebbe stata colpa mia. O meglio: mia e di Dalia e dei futuri figli con i loro orari da pappe-nanne-ecc.
È arrivata Anita, con i suoi orari tutt'altro che bambineschi (è nata all'una di notte e a volte sembra che non se lo scordi mai); e le serate pollo sono continuate.
Adesso è in arrivo un'altra bimba. E pensavo: con la seconda non riusciremo a tenere il ritmo del venerdì sera.
E invece un altro incantesimo s'è spezzato: un mese fa Guido e Elena si sono lasciati.
La notizia è di quelle sconvolgenti, perché sono quei nomi che hai sempre pronunciato insieme: "dove sono guidoedelena?" "Hai sentito guidoedelena?"
E così da un mese s'è interrotto il nostro canonico appuntamento del venerdì sera.
È chiaro: non è questo ciò che mi sconvolge, bensì il fatto che due persone che hai sempre considerato un'unica entità si siano lasciate.
E volendo bene ad entrambi rimango spiazzato.
Come se uno fosse andato da una parte, l'altro dall'altra e io non sapessi far altro che rimanere in mezzo alla strada a guardarmi i piedi.
in foto: il baracchino di Giannasi.
Il pollo più buono della città.
1 commento:
destabilizza, sì. ho visto i miei genitori con gli amici di sempre.. si spezza l'equilibrio dell'entità, della consuetudine, nascono imbarazzi sconosciuti.
alcuni amici non lo sono stati più veramente di nessuno dei due.
triste, davvero. però se uno rompe, lo fa anche con cose che non vorrebbe perdere e fa aperte della scelta.
Mau
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