12 aprile 2009

cronaca di una notte alquanto fuori dall’ordinario

Voi penserete: “è nata Elena, avrai passato la notte a tenere le mani di tua moglie e poi subito dopo il parto, avrai preso in braccio la tua bimba, l’avrai guardata adorante, dopodiché l’hai lasciata alle infermiere che l’hanno messa a riposare, bacio canonico in fronte alla moglie e poi, nei colori caldi dell’alba, sei uscito e ti sei acceso un sigaro, guardando al futuro con orgoglio e fiducia”.

Film già visto, ma non a casa mia, signori miei.
Eh, no: perché fare le cose così semplici?
La realtà è stata ben diversa.

La mattina del 10 aprile mi sono svegliato con un po’ di febbre, che mi è aumentata durante tutto l’arco della giornata, in barba alle Tachipirine che avevo preso per frenarne l’ascesa. Non contento, ma soprattutto preoccupato di non essere al meglio nel momento del bisogno, avevo anche chiamato il medico curante per farmi consigliare qualcosa che mi debellasse il malessere. Il risultato è stato che Dalia è tornata a casa con un antibiotico “bomba” che ho prontamento preso dopocena, verso le 21,30.
Non so se voi siete abituati a ingurgitare medicine come fossero caramelle, ma... beh!... io proprio per niente.
Quindi se mettete un mix di: febbre a 39,5, due Tachipirine e un antibiotico per elefanti, quale può essere la conseguenza logica?
Ma è ovvio: che Dalia verso mezzanotte mi dice “ho le contrazioni. Stanno diventando regolari”.
Ora immaginate lo scemo del paese. Ubriaco perso. Dopo che qualcuno l’ha pestato come un polpo su uno scoglio. Ce l’avete presente (o almeno lo immaginate)?
Ecco, io devo aver avuto un’espressione del genere dipinta in volto in quel momento. E devo aver pronunciato qualcosa che somigliava a: “pgrrhfn...”
Insomma: non ero in grado di intendere ne’ di volere. No, sbaglio: di volere sì. Peccato che le mie volontà fossero totalmente in disaccordo con la mia capacità di agire.
Per fortuna, in previsione di eventuali necessità, nei giorni scorsi era venuta a Milano mia madre; la quale è stata prontamente svegliata e si è resa disponibile ad accompagnare Dalia in ospedale.
Povera Dalia, che piangeva mentre usciva di casa, perché voleva che ci vivessimo quel momento insieme.

Insomma, la notte del parto, sono rimasto a casa, con Anita che dormiva.
O almeno fino a quel momento. Infatti, dopo un quarto d’ora che erano uscite loro, Anita si è messa a piangere, perché era intasata di catarro e non riesce a dormire perché non respira bene.
Dopo il terzo "adesso smette e si riaddormenta”, mi son reso conto che NON si sarebbe riaddormentata e così ho fatto appello alle poche energie che avevo per tirarmi in piedi e andare a prenderla un po’ in braccio.
Ma le mie forze cedevano, quindi, ancora piangente, me la sono portata nel lettone. Coccole, carezze, ninnananna: qualsiasi tentativo di farla smettere di piangere non sortiva alcun effetto.
E così si è liberata di tutto quel catarro nell’unico modo (o quasi) possibile: vomitando.
Ovviamente addosso a me, a se stessa, sul mio cuscino e sul lenzuolo.
Ora immaginatevi sempre lo scemo del villaggio, nelle poco edificanti condizioni di cui prima, che si alza, lava la bimba, la cambia, poi si lava, si cambia, poi leva le lenzuola e le cambia e poi finalmente si rimette a dormire.
In quel momento squilla il telefono: è mia madre, che mi dice “la trattengono in ospedale, è già dilatata di quattro centimetri”.
E io di nuovo: “pgrrhfn...”

Ecco da lì in poi la notte è iniziata ad andare bene.
La febbre a poco a poco scendeva; Anita ha dormito tranquillissima e io col passare delle ore riacquistavo un poco di lucidità. E quando alle 6,15 mi ha chiamato mia madre per dirmi che era nata Elena in quell’istante, ero quasi una persona normale. O se non altro in grado di intendere.
Così, felicissimo, mi sono alzato per andare in bagno e poi a bere un bicchiere d’acqua (mica champagne) e il mio piede si è imbattuto in qualcosa di molle: accendo la luce e mi accorgo che anche la gatta aveva vomitato.
Sia mai che si possano vivere 10 minuti di tranquillità, in questa casa.

3 commenti:

monty ha detto...

ahahahahah
non ti sei fatto mancare niente,
eh?
Quando si dice perfect timing!

sam ha detto...

E non hai sbattuto da nessuna parte!!! Che ti lamenti a fare??? :P

jumbolo ha detto...

uno dei post piu belli di questo blog. filo sei talmente di buon cuore che a volte uno stenta a credere che tu sia vero.