25 agosto 2009

I Love Radio Rock

(mi cimento in una sorta di recensione cinematografica, copiando lo stile di Alessandro detto Jumbolo, mio riferimento principale nel selezionare i film da vedere al cinema)

Giudizio sintetico: si può vedere

Giudizio per appassionati di musica: imperdibile


"Nel 1966 – il periodo più straordinario per il pop britannico – la BBC trasmetteva solo 2 ore di musica rock o pop alla settimana.
Ma una radio privata trasmetteva musica rock e pop, da una nave al largo della Gran Bretagna, 24 ore al giorno. E 25 milioni di persone – più di metà della popolazione britannica – ascoltava questi pirati ogni giorno."
Con questa frase comincia il film ambientato, appunto, nel 1966 dentro al quartier generale di "Radio Rock", una radio libera pirata che trasmette da una nave nel mezzo del Mare del Nord.

Il film è vissuto attraverso gli occhi di un giovane (Carl, interpretato da Tom Sturridge) che, dopo essere stato espulso da scuola, viene spedito dalla sua ricca madre (Emma Thompson, qui in un cameo), presso il suo patrigno Quentin (Bill Nighy), con la speranza che capisca ciò che vuole fare nella vita. Ma Quentin è anche il fondatore e capo di Radio Rock. A bordo della nave, Carl scoprirà i valori dell'amicizia e dell'amore e diventerà grande, grazie a un eclettico equipaggio composto dai più strampalati DJ della radio.

La musica è la forza trainante di "I Love Radio Rock", questa divertente commedia di Richard Curtis che ripercorre un'epoca di forte contrasto politico-sociale, esaminando da una parte il rigore dei colletti bianchi e dall'altra la voglia di libertà dei giovani. Attraverso una colonna sonora composta da canzoni culto degli anni '60 si sviluppano bellissime carrellate ambientate sulla nave o nei vari angoli/camerette/posti di lavoro di tutta la popolazione che con tanta passione segue la "musica del diavolo" attraverso le frequenze di Radio Rock.

Curtis è bravo a non cadere nella tentazione di fare un enorme videoclip, lasciando sì alla musica il ruolo principale, ma anche dando spazio alle vicende personali dei vari dj, tra cui spiccano le interpretazioni del sempre bravo Philip Seymour Hoffman e del suo "rivale" Rhys Ifans. Molto bello anche il personaggio di Quentin (l'attore Bill Nighy), dandy un po' ambiguo e molto carismatico (probabilmente ispirato a David Bowie).

Sia chiaro, la sceneggiatura lascia alquanto a desiderare: buoni sentimenti, happy ending e via dicendo rendono il tutto un po' troppo patinato. Ma questo film entra di diritto nel cuore degli appassionati di musica, che non possono esimersi dall'andarlo a vedere.
La pellicola è da annoverare tra i cult del genere: a metà tra "Blues Brothers" (capostipite inimitabile) e "School of Rock" (che a mio parere peccava di un'esagerata "semplicità" nel plot narrativo). Gli stereotipi ci sono, è vero, ma a volta sono talmente caricati da essere esilaranti (la scena del petardo è meravigliosa).

Colorato, allegro e zeppo di scene destinate a diventare culto, è l'ideale per passarsi 2 ore in compagnia di ottima musica.
Magnifica la citazione da "Electric Ladyland" di Hendrix.

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