Ieri sera insieme a mia sorella Marta sono andato ad un festival rock ligure che si chiama "Balla coi cinghiali". Che lo crediate o no è abbastanza famoso, tanto da ospitare gruppi di una certa fama: quest'anno per esempio c'erano i Linea 77, ma soprattutto, per mio interesse, i Ministri.
Un festival rock in Liguria e un gruppo del genere? L'occasione era troppo ghiotta per lasciarsela scappare.
Partiamo tardi da Savona, dove sono andato a prendere mia sorella all'uscita del lavoro, e impieghiamo quasi un'ora ad arrivare a Bardineto, dove si svolge il festival.
Siamo lì per le 22,00 e mi fiondo subito verso l'area concerti per vedere se per qualche caso il concerto fosse già iniziato o stesse per cominciare: stanno salendo sul palco i Selton, un gruppo brasiliano che, passando dall'Italia, si è innamorato delle canzoni di Iannacci, Cochi&Renato, etc.
La prima cosa che noto appropinquandomi al palco, però, sono i due striscioni ai lati del palco: c'è quello che scoprirò dopo essere il logo della manifestazione unito a una scritta meravigliosa (quello che in pubblicità chiamerebbero il payoff del Festival) che recita "Come a Woodstock, ma si mangia meglio".
Considerando che in questi giorni ricorreva proprio il trentennale del celebre concerto, direi che è azzeccatissimo.
I Selton invece sono simpatici, ma non imperdibili, quindi decidiamo, insieme agli amici di Marta che nel frattempo ci hanno raggiunti, di mangiare e bere qualcosa.
Io faccio il padre di famiglia superscrupoloso e, per accompagnare una specie di piadina, mi bevo una Coca-Cola e mi compro dell'acqua di scorta.
Mentre mangiamo seguo un po' il concerto.
Finché i Selton suonano le cover brasiliane degli artisti sopracitati tutto bene: la gente si diverte, balla e fa casino, come si deve a un sano festival rock, mentre si attendono gli headliner della serata.
Quando invece suonano pezzi loro, sono abbastanza mediocri.
O meglio: non da meritare un palco così grande e una platea così ampia.
Nel cambio di palco mi avvicino alle transenne nella convinzione che da lì a poco avrei visto i miei beniamini, ma mi accorgo che c'è un secondo gruppo spalla.
Allora mi dedico a uno svogliato giro tra gli stand presenti.
Mi fanno un po' tristezza queste manifestazioni, perché noto che gli stand sono sempre molto simili, in barba al luogo in cui si trovino: mi sembra di vedere i soliti fricchettoni che ti vendono orecchini o borse o magliette o cose in pelle abbastanza anonime.
L'unica cosa veramente differente è la parte gastronomica. A parte il solito megastand tipo Festa dell'Unità con tanto di menù con salamella (ma qua c'è, giustamente, anche la carne di cinghiale) si possono trovare tanti mini stand (con code di gente decisamente più ridotte rispetto al megastand) dove servono ravioli di borragine, pesce fritto, vino locale, gnocchi o una sorta di piadina locale (quella che ho mangiato). L'odore che si sente nell'aria giustifica ampiamente il payoff "Come a Woodstock, ma si mangia meglio".
Nel frattempo hanno iniziato la loro performance i Fiamma Fumana: un gruppo folk che si avvale, rispetto ad altri gruppi del genere, di una consolle da dj. Che non esclude, la batteria, sia chiaro. Insomma, la base è sempre quella, con violino e fisarmonica, ma il suono è più moderno e un po' più complesso. Sono una specie di "Almamegretta" del folk.
Il risultato devo dire che non è niente male. Tanto che mi avvicino al palco per vederli e sentirli meglio. La gente, stracarica di vino o droghe leggere, li apprezza moltissimo, soprattutto perché quel tipo di musica gli consente di ballare a braccetto e fare un gran casino. E i Fiamma Fiumana, complice una scaletta in crescendo, sembrano dare sempre più gas, quasi ad incentivare i balli tipo quadriglia.
Chiudono la loro (per me fin troppo lunga) esibizione con una bella e toccante versione di "Bella ciao".
È oramai mezzanotte e mezza (un'ora in cui solitamente sono già a letto) quando finalmente salgono i Ministri.
L'incipit è molto simile al concerto di fine luglio: si parte con "Diritto al tetto" e "Bevo".
I ragazzi sono sempre in gran forma e, ovviamente, parte da subito un pogo feroce. Questa volta, però, lo sapevo e quindi mi ero preventivamente posizionato lateralmente.
L'energia è tanta, sia da parte del gruppo che da parte del pubblico. Il palco è decisamente più appropriato rispetto a quello misero su cui li avevo visti la prima volta. Il concerto quindi scorre molto bene e riesco a godermelo come vorrei.
Mi diverto a vedere gli altri che pogano e a sentire Davide (il cantante) che improvvisa simpatici siparietti con il pubblico.
Scaletta ampia, in cui trova spazio anche una cover ("Guns of Brixton" dei Clash), per un'ora e mezza di concerto + un bis dove il gruppo è rimasto a petto nudo nonostante faccia freschino (ma solo per chi come me sta fermo, of course).
Bello. Bravi.
Continuate così, se riuscite.
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