Oggi a pranzo mi sono trovato a parlare di cinema con un ragazzo, nostro "ospite" in ufficio. Essendo lui un producer, posso dire che è uno che lavora proprio nel ramo cinema.
Ed io, quando mi trovo di fronte a qualcuno che ne sa più di me in un determinato campo (specie se l'argomento mi interessa), mi diverto a chiedere, curiosare e farmi consigliare.
Non è che io sia un neofita nel campo cinema, però riconosco di essere a conoscenza di una piccolissima parte della produzione mondiale e che molti capolavori possono negli anni essermi sfuggiti.
E così chiedo consigli per il mio amato download.
Qui comincia il dramma. O più esattamente quando comunico un piccolo elenco dei miei film preferiti cominciando con "The Snatch". Intravedo un sorriso beffardo nel mio interlocutore e sento un sospiro di sufficienza.
Mi viene spiegato, a me umile profano, che di "The Snatch" non è bello il montaggio. E che i montaggi di quel genere sono praticati per rendere pù dinamici i film o per sopperire alle carenze della sceneggiatura.
Devo fare un enorme sospirone per non farmi uscire dalla bocca un
V A F F A N C U L O di proporzioni bibliche. Anzi, sorrido perché voglio vedere fino a che punto vuole arrivare 'sto Ghezzi dei miei coglioni.
La caratteristica principale di coloro che si spacciano per intenditori di cinema è questa, fateci caso: un film non può essere di un italiano o inglese o francese, specie se contemporaneo. Mai.
Un film è bello se il regista è armeno o algerino naturalizzato cipriota; e possibilmente deve anche avere un handicap fisico oppure essere orfano oppure deve aver vissuto in un campo di prigionia.
Allora sì che avrà tutto il diritto (secondo loro) di fracassarmi le palle con un docu-film di 4 ore sulla vita dei rifugiati siriani.
Se invece è italiano o francese deve avere più di 80 anni. Quindi via libera a Chabrol, Truffaut o Elio Petri. Che, intendiamoci, è gente che mi piace pure. Ma l'atteggiamento con cui queste perle di saggezza vengono elargite è puro snobismo.
E passando alla musica il discorso non cambia.
Un ragazzo, patito di musica, è venuto a lavorare nel nostro studio. Subito gli ho detto: dai, passami qualcosa di nuovo, che ormai sono fisso sui soliti dischi.
Il primo disco che mi ha passato è una roba post-jazz di una noia mortale, con tutti i virtuosismi e quant'altro.
Ma dico io: che bisogno hai di dimostrarmi che sei un super intelligente alternativo? Ma dammi un disco normale, no? Cazzo, una roba che non mi si contorcano i padiglioni auricolari al primo ascolto. O che non senta il bisogno di suicidarmi alle prime note.
Invece no: ma te che musica ascolti? i Radiohead.
Aaaaaaaaaaahhhh, i Radiohead.
Porca troia, a me i Radiohead qualche anno fa piacevano anche.
Me li stanno facendo odiare.
"Avy, stiamo parlando di Frankie ho-un-problema-col-gioco quattro cazzo di dita!"
Lasciate perdere gli snob e guardatevi "The Snatch", se non già l'avete fatto: vi divertirete un casino. E non farete caso al montaggio, ve lo assicuro.
5 commenti:
Giassai (detto da uno al quale una volta piacque anche una canzone di Nek...)...
eeeehhhh quanto hai ragione, filo.
però voglio farti una domanda provocatoria:
non capita anche a te, proprio perchè
sei un intenditore di musica e cinema,
di alzare le sopracciglia e sospirare,
davanti a qualcuno che ti rivela di
amare un film o un disco che tu invece smerdazzi con tutto te stesso?
;-)
caro il mio Angelo, è proprio questo il problema.
Ne parlammo tempo fa con Ale: la capacità di estraniarsi e di ascoltare un cd (o vedere un film) con la testa "vuota", senza preconcetti è importante.
Non è facile, ma è necessario.
Ovviamente è fondamentale anche rispettare le opinioni di tutti.
La cambinazione di questi due elementi fa sì che una persona non sia snob.
Poi i gusti son gusti.
E lì non ci si può fare niente.
listen without prejudice
è il mio credo.
mattilevidiulo!!! ^_^
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