Ci sono dischi che ci metto un po' a digerire.
Faccio un esempio: quello nuovo degli Afterhours è proprio ostico. Sono arrivato al secondo ascolto e non riesco a farmelo piacere. L'amico Samuele mi dice che dopo il 5° ascolto entra nelle preferenze.
Però io non so se c'ho voglia di ascoltarlo 5 volte. Mi pesa proprio.
Discorso diverso per il nuovo disco dei Casinò Royale che è uscito ad autunno, quindi questa è una recensione assai tardiva. (Non è neanche una recensione, ma vabbè, andiamo avanti.)
Dicevo: anche "Io e la mia Ombra" ci ho messo un po' a digerirlo. Però non mi risultava ostico, anzi: mi ritrovavo a canticchiare le canzoni di un album che, almeno all'inizio, non mi piaceva granché. O almeno non nella sua integrità. Forse per gli echi pop di alcune tracce, chissà.
Poi il disco è cresciuto con gli ascolti e anche i pezzi più deboli - o forse semplicemente i meno orecchiabili - hanno iniziato a piacermi.
Una cosa vorrei evidenziare: i Casino Royale sono radicati in Milano e - per me che ci vivo - i loro suoni ma soprattutto i loro testi parlano di una città dalle mille sfacettature, considerata la più europea d'Italia, ma al tempo stesso una città molto provinciale.
Insomma: sono il gruppo che meglio rappresentava questa città ai tempi di CRX e - nonostante la latitanza - il binomio è tutt'ora più che valido.
Devo dirvi qualcos'altro o l'avete capito da soli che 'sto disco mi piace un casino?
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