16 novembre 2015

di parigi, del terrorismo e dell'opinione personale

Attacco terroristico nel cuore di Parigi. Un evento grave e scioccante, per noi occidentali.
L'ho vissuto attraverso le pagine dei giornali di sabato e di domenica, perché eravamo in montagna e il mio smartphone, grazie all'abbonamento con la 3, non prendeva un bel belino. Di internet manco l'ombra.

Il ritorno alla "normalità", domenica sera. Faccio l'errore di accendere Facebook e vengo letteralmente invaso di messaggi riguardo alla strage di civili. Chi si scaglia contro l'islam, chi cambia l'icona con la bandiera della Francia, chi cerca di dare delle spiegazioni sociali, chi tira fuori la vena leghista che alberga in lui, chi accende un cero, chi prega per le vittime, chi dice "sì ma allora perché non avete pregato anche per le vittime dell'eccidio di xxxxxxxxxx", chi tira fuori citazioni della Fallaci, chi di Gino Strada, chi sforna aforismi da aspirante Nobel per la Pace...

E io, che sono un rompicoglioni, leggo tutto 'sto sproloquio e sento che c'è qualcosa che non mi torna.
Come sempre in ritardo, ma a un certo punto realizzo: ma perché tutti si sentono in dovere di dire la propria opinione? Ma chi te l'ha chiesta? Ma chi cazzo sei? Secondo te perché la gente dovrebbe sentire la necessità di avere una tua opinione sull'argomento?

Secondo me in Italia abbiamo un problema con i social network, Facebook in particolare (per forza: è il più diffuso). Ma un problema grosso.
Imparassimo un po' a star zitti ed ascoltare, forse...


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