Dico io: per uno che finisce di lavorare all'una di notte e va a dormire all'una e mezza, cosa c'è di meglio di una bella sveglia alle 4,30?
La sveglia per l'occasione era la voce di Dalia che dice "cazzo, ha 40 di febbre".
Ovviamente il soggetto in questione è Anita che per l'occasione è stata vestita, presa e portata al Pronto Soccorso verso le 5 di mattina.
Nessun allarmismo, per carità. L'abbiamo fatto solo per sapere cos'ha la piccola da un paio di giorni a questa parte. Risultato: tonsillite.
Ma quello che faceva ridere era la scena apocalittica: in giro non c'era nessuno; nell'ospedale non c'era nessuno... Faceva una certa impressione, devo dire.
Anche se faceva moooolto più impressione (per non dire che faceva morire dal ridere) la faccia dell'infermiere che ci è venuto ad aprire quando abbiamo suonato il campanello del Pronto Soccorso.
Ci stava proprio aspettando sveglio. Sì, sì...
29 novembre 2007
28 novembre 2007
Risate
Sarà che esco poco (giusto il lunedì sera per il calcetto), sarà che ho la testa molto occupata dal lavoro... chissà.
Fatto sta che ieri sera mi sono divertito un mondo.
Si "festeggiava" il ritorno di Alessandro dal Nicaragua. Presenti: Ale, Maurino, Massi, Livio ed io.
Cena "lunga" (come piace a me) e chiacchiere da bar, anche se un bar un po' impegnato... oddio... Diciamo un discreto altalenarsi di minchiate e cose serie. Con una netta preferenza per le minchiate, ovviamònt.
Insomma: ho avuto l'impressione, mentre si svolgeva la serata, di vivere una serata memorabile, di quelle da annali della storia.
Nonostante Livio abbia fatto di tutto per rovinarla con delle battute pessime...
in foto: Maurino
Fatto sta che ieri sera mi sono divertito un mondo.
Si "festeggiava" il ritorno di Alessandro dal Nicaragua. Presenti: Ale, Maurino, Massi, Livio ed io.
Cena "lunga" (come piace a me) e chiacchiere da bar, anche se un bar un po' impegnato... oddio... Diciamo un discreto altalenarsi di minchiate e cose serie. Con una netta preferenza per le minchiate, ovviamònt.
Insomma: ho avuto l'impressione, mentre si svolgeva la serata, di vivere una serata memorabile, di quelle da annali della storia.
Nonostante Livio abbia fatto di tutto per rovinarla con delle battute pessime...
in foto: Maurino
26 novembre 2007
inseguita
Ieri sera, a un certo punto sento Anita frignare.
Vado a vedere cosa succede e la trovo in piedi, in corridoio che si lamenta e indica per terra.
Per terra non c'è niente. Non capisco.
Continua a indicare e cammina un po' avanti, un po' indietro e si lamenta.
Finalmente capisco: ha scoperto che ha un'ombra. Che la insegue; o meglio, che la precede. E non riesce a darsene una spiegazione.
Trattenendo a stento le risate, le faccio vedere che con l'ombra ci si può anche giocare, che non è una cosa negativa.
E abbiamo passato la serata facendo "ciao ciao" alla nostra ombra, in quel determinato punto del corridoio, dove la luce la disegna in maniera netta.
photo courtesy by EstroVersa
25 novembre 2007
That's The Way!
E per la serie "i genitori non riversano i propri desideri, sogni, aspirazioni sui figli", oggi sono andato in centro - su segnalazione di Angelo - a comprare per mia figlia una maglietta dei Led Zeppelin!
Mitica. Potrà indossarla tra un annetto circa (c'era solo dai due anni in su) ma è troppo bella.
Mitica. Potrà indossarla tra un annetto circa (c'era solo dai due anni in su) ma è troppo bella.
22 novembre 2007
"Io ai gay piaccio molto"
Ho sentito pronunciare questa frase da diversi uomini un po' troppe volte.
E molte volte, a mio modo di pensare, a sproposito.
La qual cosa ovviamente mi impone una riflessione. Anzi, due.
La prima: ma tu, uomo che pronunci tale frase, hai così tanto bisogno di autostima da volermi sottolineare che non solo piaci alle donne (lo diamo tutti per scontato), ma fai strage anche tra gli uomini?
La seconda: ma sei sicuro di piacere ai gay? Sei proprio sicuro?
Perché io ho la presunzione di conoscerli (uno in particolare, che ho frequentato per anni, visto che era uno dei miei migliori amici) e ti posso assicurare che quando ti squadrano dalla testa ai piedi e insistono nel guardarti non è perché gli piaci. È il loro modo di essere (o sentirsi) superiori e di farti capire subito chi è dei due (tra te, che ti senti osservato, e lui, che ti osserva) che ha il controllo della situazione.
Ed è probabilissimo che mentre tu pensi di aver fatto colpo lui in quell'esatto momento stia pensando "ma come cazzo va in giro vestito 'sto qua?"
foto: New York, coreografie all'ultimo Gay Pride
E molte volte, a mio modo di pensare, a sproposito.
La qual cosa ovviamente mi impone una riflessione. Anzi, due.
La prima: ma tu, uomo che pronunci tale frase, hai così tanto bisogno di autostima da volermi sottolineare che non solo piaci alle donne (lo diamo tutti per scontato), ma fai strage anche tra gli uomini?
La seconda: ma sei sicuro di piacere ai gay? Sei proprio sicuro?
Perché io ho la presunzione di conoscerli (uno in particolare, che ho frequentato per anni, visto che era uno dei miei migliori amici) e ti posso assicurare che quando ti squadrano dalla testa ai piedi e insistono nel guardarti non è perché gli piaci. È il loro modo di essere (o sentirsi) superiori e di farti capire subito chi è dei due (tra te, che ti senti osservato, e lui, che ti osserva) che ha il controllo della situazione.
Ed è probabilissimo che mentre tu pensi di aver fatto colpo lui in quell'esatto momento stia pensando "ma come cazzo va in giro vestito 'sto qua?"
foto: New York, coreografie all'ultimo Gay Pride
21 novembre 2007
Men at Work
Giorni di grande lavoro.
La settimana scorsa non sono uscito mai prima delle 20,00.
Ieri sera addirittura abbiamo finito alle 2. Copywriter "guest star": il Gullo!
Io e Steven siamo molto stanchi, ma il lavoro non smette il suo flusso continuo.
Anche Dalia è pienissima di lavoro.
Insomma, periodo di stanchezza fisica e mentale.
Per fortuna, ho il mio antistress...
La settimana scorsa non sono uscito mai prima delle 20,00.
Ieri sera addirittura abbiamo finito alle 2. Copywriter "guest star": il Gullo!
Io e Steven siamo molto stanchi, ma il lavoro non smette il suo flusso continuo.
Anche Dalia è pienissima di lavoro.
Insomma, periodo di stanchezza fisica e mentale.
Per fortuna, ho il mio antistress...
18 novembre 2007
the first cut is the deepest
Oggi abbiamo tagliato i capelli ad Anita per la prima volta.
O meglio: la zia Nadia le ha tagliato i capelli per la prima volta.
La scena faceva ridere perché Anita era tristissima, ma non che fosse disperata.
Piangeva (poco), ma non sapeva perché.
E allora piangeva e ci guardava, come a dire "cosa sta succedendo?"
Povera la mia piccina.
O meglio: la zia Nadia le ha tagliato i capelli per la prima volta.
La scena faceva ridere perché Anita era tristissima, ma non che fosse disperata.
Piangeva (poco), ma non sapeva perché.
E allora piangeva e ci guardava, come a dire "cosa sta succedendo?"
Povera la mia piccina.
15 novembre 2007
delle cose belle e della loro assurda collocazione
Dall'ultimo piano del Liceo Scientifico "Leonardo da Vinci" di Genova si gode una delle più belle viste della città.
Unico neo: la finestra da cui si può gustare questo splendido panorama è quella del cesso (sarebbe "bagno", in un altro edificio; in una scuola è "cesso") dei maschietti.
Quindi, se un giorno di sole, dotato di animo sensibile e romantico, volevi dare un'occhiata alla tua città natale, dovevi prima affrontare una serie di puzze (perché era anche il covo dei fumatori, tra cui il sottoscritto) e di brutte facce che influivano non poco sulla tua voglia di romanticismo.
Perché quest'operazione "revival"?
Semplice: perché l'altro giorno, mentre ero dal nostro cliente Peg-Pérego, ho goduto di questo bellissimo tramonto.
Da dove?
Dalla finestra del bagno, ovviamente.
Unico neo: la finestra da cui si può gustare questo splendido panorama è quella del cesso (sarebbe "bagno", in un altro edificio; in una scuola è "cesso") dei maschietti.
Quindi, se un giorno di sole, dotato di animo sensibile e romantico, volevi dare un'occhiata alla tua città natale, dovevi prima affrontare una serie di puzze (perché era anche il covo dei fumatori, tra cui il sottoscritto) e di brutte facce che influivano non poco sulla tua voglia di romanticismo.
Perché quest'operazione "revival"?
Semplice: perché l'altro giorno, mentre ero dal nostro cliente Peg-Pérego, ho goduto di questo bellissimo tramonto.
Da dove?
Dalla finestra del bagno, ovviamente.
13 novembre 2007
fenomenale!
Uomo Ragno di 5 anni salva bebè da rogo
L'incredibile giornata da eroe dei fumetti del piccolo Riquelme Wesley dos Santos
SAN PAOLO - Ha visto fumo e fiamme uscire dalla casa dei vicini e non ci ha pensato un attimo. Ha indossato il costume da Uomo Ragno che ha ricevuto al suo ultimo compleanno, il quinto, e si è precipitato all'interno dell'abitazione che stava bruciando, dove si trovavano una bambina di un anno e la nonna.
DOMENICA DA EROE - Protagonista di un sabato da eroe dei fumetti in una cittadina dello stato brasiliano di Santa Catarina, Riquelme Wesley dos Santos, un bambino di cinque anni che ha ricevuto il nome in omaggio al fuoriclasse argentino ex Boca Juniors, ora tra gli spagnoli del Villarreal. Quando ha visto la casa dei vicini bruciare il piccolo non ha avuti dubbi: era il momento di intervenire. Così ha raggiunto l'abitazione, dove l'anziana donna era già svenuta e la piccola era ormai minacciata dalle fiamme. Riquelme ha tratto in salvo la neonata, mentre alcuni giovani salvavano la nonna.
notizia tratta dal sito del Corriere della Sera.
Oddiomio, quando leggo 'ste cose, mi commuovo.
Ma ve lo immaginate 'sto bambino che si mette la tuta da uomo ragno e parte sparato verso la casa di fronte?
Un fenomeno.
L'incredibile giornata da eroe dei fumetti del piccolo Riquelme Wesley dos Santos
SAN PAOLO - Ha visto fumo e fiamme uscire dalla casa dei vicini e non ci ha pensato un attimo. Ha indossato il costume da Uomo Ragno che ha ricevuto al suo ultimo compleanno, il quinto, e si è precipitato all'interno dell'abitazione che stava bruciando, dove si trovavano una bambina di un anno e la nonna.
DOMENICA DA EROE - Protagonista di un sabato da eroe dei fumetti in una cittadina dello stato brasiliano di Santa Catarina, Riquelme Wesley dos Santos, un bambino di cinque anni che ha ricevuto il nome in omaggio al fuoriclasse argentino ex Boca Juniors, ora tra gli spagnoli del Villarreal. Quando ha visto la casa dei vicini bruciare il piccolo non ha avuti dubbi: era il momento di intervenire. Così ha raggiunto l'abitazione, dove l'anziana donna era già svenuta e la piccola era ormai minacciata dalle fiamme. Riquelme ha tratto in salvo la neonata, mentre alcuni giovani salvavano la nonna.
notizia tratta dal sito del Corriere della Sera.
Oddiomio, quando leggo 'ste cose, mi commuovo.
Ma ve lo immaginate 'sto bambino che si mette la tuta da uomo ragno e parte sparato verso la casa di fronte?
Un fenomeno.
10 novembre 2007
wedding day
e Giovannino si sposa! e Giovanninno si sposa!
(non me ne voglia Carla se non compare nella foto, ma non ne ho di loro due insieme...)
(non me ne voglia Carla se non compare nella foto, ma non ne ho di loro due insieme...)
05 novembre 2007
Weekend al veleno
Ci siamo fatti i 4 giorni di ponte a Celle Ligure: tempo bellissimo, temperatura (di giorno) sui 18/20 gradi, relax. Tutto perfetto.
Tranne.
Tranne che sabato pomeriggio, mentre eravamo fuori, ci sono entrati i ladri in casa. E ci hanno rubato il mio Ipod (cazzo!), la macchina fotografica di Gabriele e Claudia che era temporaneamente parcheggiata lì (ri-cazzo!) e la nostra nuova videocamera. Con dentro la cassettina con i filmati di Olba, dei primi passi di Anita, ecc.
Mortacci loro e di chi li ha partoriti.
Non è tanto per il valore degli oggetti (che comunque si aggira intorno ai 1000 euri, ri-mortacci loro!), quanto per i video di Anita che quelli non li posso recuperare.
E anche per il fatto che mi hanno completamente destabilizzato.
Cazzo, Celle era una specie di piccolo paradiso: i miei ricordi da ragazzo contemplavano anche cose come i miei chenon chiudevano mai la macchina, o il fatto che tutti sapessero dov'era la chiave per entrare in casa nostra e altre cose di questo tipo.
Mi gira il belino dover fare i conti con una realtà che è cambiata.
Io non la voglio questa cosa qua.
Ridatemi le mie certezze.
E la mia videocamera, bastardi!
Tranne.
Tranne che sabato pomeriggio, mentre eravamo fuori, ci sono entrati i ladri in casa. E ci hanno rubato il mio Ipod (cazzo!), la macchina fotografica di Gabriele e Claudia che era temporaneamente parcheggiata lì (ri-cazzo!) e la nostra nuova videocamera. Con dentro la cassettina con i filmati di Olba, dei primi passi di Anita, ecc.
Mortacci loro e di chi li ha partoriti.
Non è tanto per il valore degli oggetti (che comunque si aggira intorno ai 1000 euri, ri-mortacci loro!), quanto per i video di Anita che quelli non li posso recuperare.
E anche per il fatto che mi hanno completamente destabilizzato.
Cazzo, Celle era una specie di piccolo paradiso: i miei ricordi da ragazzo contemplavano anche cose come i miei chenon chiudevano mai la macchina, o il fatto che tutti sapessero dov'era la chiave per entrare in casa nostra e altre cose di questo tipo.
Mi gira il belino dover fare i conti con una realtà che è cambiata.
Io non la voglio questa cosa qua.
Ridatemi le mie certezze.
E la mia videocamera, bastardi!
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