(da leggere con tono di voce alla National Geographic)
In questo periodo dell'anno la femmina di umano esce allo scoperto.
Visto che si avvicina la stagione dell'amore, i primi esemplari di femmina di umano si presentano in alcuni specifici luoghi di sofferenza, detti "palestre", per prepararsi adeguatamente al periodo in cui dovrà attirare il maschio.
Timidamente si affacciano in questi luoghi, armate di telefonino e dell'inseparabile bottigliona d'acqua (che probabilmente costituirà il loro pasto) o da sole o a coppie.
Le gozzoviglie dell'inverno fanno sì che le femmine indossino tute lunghe per le gambe e magliette per il busto.
Le suddette magliette sono della provata e riprovata lunghezza tattica, ovvero che consentano di soprire il fondoschiena; quell'insopportabile concentramento di grasso contro cui si accaniscono perché costituisce il loro principale ostacolo nella caccia al maschio.
Per una settimana intera le femmine si presentano con una regolarità disarmante in questi luoghi, in cui cercano di liberarsi di un abnorme quantitativo di sudore.
Si aggirano paonazze, cercando ristoro nella bottigliona d'acqua, ma ogni giorno più fiere.
Ed ecco che i primi maschi, che sono sempre in amore, cominciano a palesarsi. Tra questi c'è l'esemplare più astuto e allo stesso tempo più sensibile al richiamo d'amore: il maschio istruttore di palestra.
Gira e rigira intorno alla sua preda per giorni e inizia a mettersi in posizione di sfida: con l'ausilio di magliette aderentissime, gonfia il torace e irrigidisce ogni singolo muscolo per far vedere chi comanda all'interno della palestra.
Con la scusa di poterla aiutare nell'allenamento, circuisce la preda con una serie di sorrisi e ammicamenti, dei quali ella si nutre a piene mani (insieme all'acqua).
Questo rituale del maschio si svolge ogni giorno, con diverse prede, e viene dagli studiosi definito "pesca a strascico".
2 commenti:
Quelli che conosco io sono tutti o fascisti o gay che si vergognano e mascherano il tutto con discorsi da vero macho.
Io mi domando, ma quando uno parla in modo così ossessivo di figa... figa di qua... figa di la... non ti viene da pensare a un bambino che quando rompe un vaso va da la mamma e gli dice "mamma mamma, c'è un vaso rotto, ma non sono stato io!"? E poi, sei lì a faticare e magari lo fai anche, ma cazzo... passi due ore lì: una a soffrire come un cane e l'altra a guardarti allo specchio.
Poi, capitolo a parte, le sciure che vanno in palestra truccate e profumate che manco stessero andando a una serata in discoteca. tutte uscite da Flash Dance.
Strano posto quello.
culturalmente prigionieri degli anni '80. e neanche una uan ou uan a portata di mano.
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