04 luglio 2012

elogio della Sardegna

Era già da qualche annetto che non andavo in Sardegna. Dalia, come noto a chi frequenta questo blog, va tutti gli anni con le bambine. Quest'anno sono andato anch'io per diversi motivi che non sto adesso ad elencare, anche perché penso che ve ne possa fregare una cippa.

A ritorno dalla mia settimana di vacanza sarda, c'è qualcosa che volevo scrivere qua, a mia personale memoria.
Innanzitutto che la Sardegna è meravigliosa. Certo, non è un pensiero originale, il mio; tanto più se si considera che la casa di famiglia dei Lucisano è in Costa Smeralda, vicino a Porto Rotondo.
Zona meravigliosa, è vero. Ma proprio per questo è stata cementificata a più non posso, sfruttata e violentata. E nonostante ciò, continua ad essere una meraviglia.
Sono partito da lì ieri mattina mentre spuntava l'alba e... vabbè, immaginatevi voi che spettacolo.

La seconda cosa che mi piace della Sardegna è che conserva ancora un'anima selvaggia. Nonostante, come dicevo prima, la (in)civilizzazione cui è stata sottoposta, la cosa meravigliosa è che in Sardegna c'è tantissimo da esplorare.
Arrampicarsi sulle rocce, cercare conchiglie, pescare i paguri o i pesciolini (che poi gli facciamo rimettere in mare): le bimbe quando sono lì sono matte di felicità, perché se c'è una cosa che manca a Celle Ligure (dove andiamo sia d'inverno che d'estate) è proprio questa parte avventurosa.
E quindi è bello vedere Anita ed Elena che si arrampicano ovunque e si atteggiano da novelle Lara Croft nell'affrontare le zona non ancora battute.



in foto: Elenina a spasso per il brullo paesaggio sardo. A piedi nudi, ovviamente, sennò come potrebbe infilarsi qualsiasi cosa sotto ai piedi?

Nessun commento: