14 marzo 2014

tra pirandello e blade runner

C'è sempre un po' di frustrazione quando tutti urlano al miracolo e tu rimani lì a guardare non capendo perché in te non è scattato l'interruttore. Diciamoci la verità: ti senti scemo.
Come davanti a quei cazzo di quadri 3D che andavano di moda a fine anni novanta, che dopo un po' che guardavi un punto ti appariva chissà che cosa.
Ecco io sono quello che sta ancora lì a fissare il punto.

Questo pensavo alla fine della visione di "Her" ("lei" in italiano) il nuovo film di Spike Jonze.
Film che ieri sera grazie al peer-to-peer ho potuto vedermi in inglese sottotitolato in italiano. Eh sì, perché se c'è un'attrice che rischiava di essere candidata all'Oscar solo per la sua interpretazione vocale, mica puoi vedertelo doppiato, no?

Comunque.
Si parla di futuro prossimo e si parla di intelligenza artificiale; però scordatevi le atmosfere fredde e glaciali dei film ambientati nel futuro. Ci sono toni caldi e scenari "umani", se capite cosa voglio dire.
Si parla anche di solitudine e incomunicabilità. E vabbè questi sono temi che sono sempre in voga, quindi figuriamoci in un futuro dove le persone rischiano di interagire sempre di più coi propri device, che non tra di loro.

Quindi tutto bene, buon film, bella fotografia e anche finale (non spoilero) che chiude degnamente il percorso logico che parte dall'inizio dei film.

Allora cosa c'è che non va? Non lo so esattamente, però mi sembra tutto troppo prevedibile. Cioè: dall'inizio del film sai già tutto. Sai come si evolverà e come andrà a finire. Così come sai che ci sarà la straprevedibile scena di sesso.
Per me siamo alla via di mezzo tra il blockbuster e il film d'autore. Ha le caratteristiche tecniche del film d'autore (regia, fotografia, scenografie, interpretazioni, ecc), ma con un plot narrativo abbastanza banale.
Ma non voglio fare l'intellettuale, eh! Il blockbuster io me lo guardo anche (ultimamente mi sono visto "the Avengers", quindi, please, non ditemi che faccio lo snob). Però per realizzare un vero filmone, caro il mio Spike Jonze, devi sforzarti un po' di più.
Tutto questo per dire che, in questa pellicola, io il miracolo non ce lo vedo proprio. 

Ultimo appunto: pensavo di rimanere "stregato" da Scarlett Johansson (e partivo già da un buon punto), invece è Joaquin Phoenix che mi ha letteralmente conquistato. Mi sembra di poter scomodare il classico luogo comune che dice "il film poggia tutto su di lui".
Beh, è vero: se la storia è credibile, è solo grazie alla sua magnifica intepretazione.


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