Sollecitato da un post di Angelo, ieri sera mi sono deciso a riguardarmi "La 25a Ora" di Spike Lee.
Come fu "Tutto su mia madre" per Almodovar, questo film è per Spike Lee la sua opera definitiva, quella che - se ne hai seguito passo passo la filmografia - risulta la summa di tutti i suoi film e la maturazione finale. Roba che dopo un paio di giorni ti dici: "dopo questo non gliene riusciranno più così belli".
Un film spietato e delicato al tempo stesso, dove i due protagonisti sono Monty, irlandese nei guai con la giustizia, e New York. O meglio: quello che è diventata New York dagli anni settanta ad adesso, con la "botta finale" dell'11 settembre (la pellicola è del 2002).
E sotto questo punto di vista Monty è il figlio di questa città, amata e odiata, con tutte le sue contraddizioni. Ne è la faccia stessa; quella che si insulta allo specchio e quella stessa che viene malmenata alla fine del film.
La città e i protagonisti del film si muovono all'unisono, creando un tutt'uno imprescindibile, di folgorante malinconia e di straordinario impatto emotivo.
Il cast è perfetto: Edward Norton si conferma uno dei più grandi attori della sua generazione. Philip Seymour Hoffman sempre meraviglioso (vogliamo parlare della poliedricità di quest'uomo?). Rosario Dawson come sempre brava e bella: da innamorarsi ad ogni inquadratura.
Film da avere obbligatoriamente in cineteca.
1 commento:
Interessante la tua chiave di
lettura del film.
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