07 luglio 2009

la Franca

Secondo me esiste un grosso malinteso che fa sì che si tenda a definire un "carattere forte" quello che in realtà è un "carattere di merda".
Mi spiego meglio: ieri a pranzo si parlava di una persona, appunto, "dal carattere un po' forte" e io dentro di me ho pensato "toh!, che bell'eufemismo; in realtà ha un carattere di merda o - lievemente edulcorato - potremmo definirlo aggressivo".
E da lì ho pensato che in realtà un carattere forte ce l'ha mia madre: la Franca.

Mia madre infatti ha diverse qualità positive, ma una col tempo è uscita fuori ed è appunto quella del carattere.
Quando ero piccolino vedevo in mio padre il pilastro su cui si basava la famiglia; lui e la sua solidità. Anche severo, per carità, però lo vedevo come quello insostituibile, fondamentale.
E mia madre era la sua spalla. Persona dolce e comprensiva, ma sempre di lato a lui.
Col tempo, invece - non me ne voglia mio padre - ho apprezzato sempre di più mia mamma.
E in particolare quella sua peculiarità di non scalfirsi di fronte a nulla; e di essere sempre positiva.

Mia mamma infatti (non so come faccia) riesce sempre ad affrontare qualsiasi persona come se la conoscesse per la prima volta e con il sorriso sulle labbra.
Anche se ha subìto dei torti, lei va incontro alle persone "disarmata". Senza pregiudizi nei confronti di nessuno.
Si potrebbero tirare in ballo i princìpi cristiani, per spiegare questo atteggiamento, ma secondo me sarebbe troppo semplicistico. In realtà lei ha un carattere magnifico e ce l'ha tatuato nel suo DNA.
Altrimenti non si spiegherebbe la masnada di gente che ha negli anni invaso casa nostra: chi aveva problemi familiari (un altro eufemismo, oibò); chi a casa sua non stava bene; chi non sapeva dove altro andare, eccetera.
Invasioni pacifiche, sia chiaro. Le persone che albergavano da noi erano spesso nostri coetanei, quindi noi bambini eravamo ben felici di aver qualcun'altro con cui giocare.
E mia madre apriva le porte a tutti.

E allo stesso modo, quando qualcuno parla male di un altro, magari usando toni un po' troppo diretti (Andrea, ti fischiano le orecchie?), lei cerca sempre di rasserenare la situazione.
Ho bene impressa la sua espressione quando scuote la testa, socchiudendo gli occhi, e poi se ne esce con frasi del tipo: "Ma no, dai, non è così..."
Penso sia l'unica in Italia ancora convinta che Andreotti non sia mafioso.
All'epoca, quando le sbandieravo in faccia i titoli dei giornali, lei replicava: "Io non ci credo. Ma se va a messa tutte le domeniche! Non può essere una persona cattiva."

Lo so: sto iniziando a dilungarmi, anche se questo sarebbe solo l'inizio, riguardo alle cose che avrei da dire su mia madre.
Ve ne racconto una e poi basta.
Recentemente ho trovato un soldatino di (penso) alluminio; un soldatino delle crociate, splendido nella sua armatura; con tanto di mazza chiodata e scudo con lo stemma.
Lo faccio vedere a mia madre e lei dice: "Cero che me lo ricordo. Ve li aveva regalati Alberto (nome inventato)".
E io: "Alberto chi?"
Lei: "Quel ragazzone alto; che è stato qua da noi tre settimane in luglio; biondo..."
Inizia ad affiorare qualcosa. Dico: "Sì, più o meno mi ricordo.
...
Ma...
...mamma?"
Lei: "sì?"
Io: "...
...
Cosa ci faceva un ragazzo in casa nostra per tre settimane? Chi era?"
Lei: "Era un ragazzo di Vercelli, che aveva la fidanzata che faceva la stagione qua*".
Io: "e allora?"
Lei: "Ma niente: non aveva un posto dove andare a dormire e non trovava niente; allora è andato dal Parroco a chiedere se poteva farlo dormire in un alloggio di fortuna; solo che io ero lì e... non è che potevamo lasciarlo in mezzo a una strada..."
Io: "..."
Lei: "era molto simpatico. E poi vi aveva regalato quei soldatini, che eravate diventati matti"

Per concludere - e perdonatemi se vado un po' sul melenso - come aveva detto una volta Davide, uno dei ragazzi che transitava spesso per casa nostra, "se è vero che ognuno ha un suo posticino in Paradiso, a tua madre stanno preparando un albergo!".


*fare la stagione: lavorare per il tempo della stagione estiva.
Si dice di ragazzi, magari studenti, che vengono in riviera solo d'estate per lavorare due o tre mesi.




foto by Dria

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