06 luglio 2009

So you ride yourselves over the fields

Questi weekend di luglio si stanno rivelando delle minivacanze: partire da Milano il venerdì pomeriggio e tornare il lunedì mattina rendono il fine settimana molto più di uno "stacco" dal lavoro.
Il venerdì prima di uscire dell'ufficio mi faccio un elenco delle cose che mi devo ricordare il lunedì mattina, sennò rischio di passare per un lobotomizzato, con gente che mi chiama e mi chiede "mi mandi quel file?" e io cado dal pero.

Ma torniamo a noi e al mio argomento preferito (a parte le figlie), ovvero la musica.
Una cosa che non sapete e che mi piace raccontarvi, anche a costo di fare la figura dell'imbecille, è la selezione delle musiche per il viaggio in macchina.
Non sapete con quanta meticolosità indugio sui cd da portarmi in macchina per i tragitti Milano-Celle e ritorno.
La difficoltà (son problemi, eh!) consiste nel trovare, già al venerdì, un disco che avrò voglia di ascoltare il lunedì mattina.
Considerando che ho il bioritmo lento, dev'essere qualcosa di pacato; o quantomeno un disco in crescendo.
E poi sono un rompicoglioni: mica mi accontento di un disco a caso.
Dev'essere un disco che non mi stanca; ma anche un disco che non ho ascoltato recentemente; e dev'essere adatto alla guida (per esempio: se troppo lento, rischio di addormentarmi).

Per farla breve: stamattina ho scomodato un grande gruppo.
E - beh! - caspita se c'ho azzeccato: è stato un bel compagno di viaggio, non c'è che dire.



per chi non lo riconoscesse dalla copertina "Thick as a Brick" dei Jethro Tull.

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