Bastardo, che tu possa crepare! Bastardo che mi hai rubato una bici lucchettata e pure all'interno di un cortile condominiale. Non ti ha minimamente intenerito neanche il seggiolino da bambini: ti sei portato via pure quello, attaccato alla MIA bici.
Bastardo di un bastardo, ti odio da morire.
E non è per il valore monetario della mia bicicletta.
Ti odio perché mi fai vivere in un mondo che "bisogna stare sempre attenti".
Ti odio perché mi fai dire delle cose razziste e leghiste.
Ti odio perché mia figlia mi ha chiesto "ma allora esistono veramente i cattivoni"?
Ti odio perché mi fai vivere in un mondo che somiglia sempre meno al mondo in cui vorrei vivere.
29 settembre 2010
24 settembre 2010
indovina la citazione - 5
Anche questo film è molto facile.
O meglio: molto facile se l'avete visto.
1 - "Sei tornato per me?"
"Sì, certo."
"Credevo che avessi dimenticato"
"Non ho mai dimenticato, nemmeno per un momento.
Sapevo che ti avrei trovato alla fine; è il nostro destino."
2 - "E questo, signora e signore, è il luogo di sepoltura di Mumtaz"
"E come è morta?"
"In un brutto incidente stradale."
"Davvero?"
"Un terribile tamponamento"
"Ma, scusa, non è morta dando alla luce un figlio?"
"Esatto, signore, stavo andando in ospedale quando le è capitato."
3 - "Vuoi fare una cosa per me?"
"Tutto"
"Allora dimenticami"
"No. Ti aspetterò. A Victoria Station, ogni giorno alle 5, finché non verrai."
4 - "Nel libro di Alexander Dumas "I Tre Moschettieri", due dei moschettieri si chiamavano Athos e Porthos.
Qual era il nome del terzo moschettiere?"
5 - "Dov'è tua madre? E tuo papà?"
"..."
"Mi chiamo Jamal. E lui è mio fratello Salim."
6 - "Professori, medici, avvocati: i più grossi cervelloni non sono mai andati oltre alle 16,000 rupie. Lui a 10 milioni.
Che cosa può sapere un pezzente della baraccopoli?"
O meglio: molto facile se l'avete visto.
1 - "Sei tornato per me?"
"Sì, certo."
"Credevo che avessi dimenticato"
"Non ho mai dimenticato, nemmeno per un momento.
Sapevo che ti avrei trovato alla fine; è il nostro destino."
2 - "E questo, signora e signore, è il luogo di sepoltura di Mumtaz"
"E come è morta?"
"In un brutto incidente stradale."
"Davvero?"
"Un terribile tamponamento"
"Ma, scusa, non è morta dando alla luce un figlio?"
"Esatto, signore, stavo andando in ospedale quando le è capitato."
3 - "Vuoi fare una cosa per me?"
"Tutto"
"Allora dimenticami"
"No. Ti aspetterò. A Victoria Station, ogni giorno alle 5, finché non verrai."
4 - "Nel libro di Alexander Dumas "I Tre Moschettieri", due dei moschettieri si chiamavano Athos e Porthos.
Qual era il nome del terzo moschettiere?"
5 - "Dov'è tua madre? E tuo papà?"
"..."
"Mi chiamo Jamal. E lui è mio fratello Salim."
6 - "Professori, medici, avvocati: i più grossi cervelloni non sono mai andati oltre alle 16,000 rupie. Lui a 10 milioni.
Che cosa può sapere un pezzente della baraccopoli?"
22 settembre 2010
destrutturalismo alla francese
Per chi ha visto Lost, potrei semplicemente dire che Anita è la "Rousseau" di casa nostra e si capirebbe quasi tutto.
Per i profani, ovvero per chi non ha visto il telefilm che è (fortunatamente) finito qualche mese fa, invece, specifico che Anita è in una fase in cui costruisce delle trappole mortali.
O meglio: nella sua mente l'intento sarebbe quello di costruire delle case, dei letti, delle cuccie o "teatrini" (così li chiama lei). Puntualmente però ne vengono fuori delle trappole mortali, perché sono 40 oggetti (di diversa natura e provenienza) legati tra loro con spaghi, collegati con ponti e via dicendo.
E si reggono tutti su un equilibrio fragilissimo.
Quindi la cosa più frequente è spostare una briciola per far venire giù l'intera muraglia cinese. Oppure, come quest'estate, aprire la porta della cabina dei bagni per creare un effetto domino con buona parte degli oggetti presenti in essa.
Dalia ed io lo chiamiamo "destrutturalismo alla francese" per riderci su, dandogli un tono pseudointellettuale.
Ma in realtà certi giorni da ridere c'è ben poco.
Soprattutto quando di notte inciampi in uno di quei cosi.
in foto: un esempio di casa di Anita.
Che dite? la raccomando a Renzo Piano?
Per i profani, ovvero per chi non ha visto il telefilm che è (fortunatamente) finito qualche mese fa, invece, specifico che Anita è in una fase in cui costruisce delle trappole mortali.
O meglio: nella sua mente l'intento sarebbe quello di costruire delle case, dei letti, delle cuccie o "teatrini" (così li chiama lei). Puntualmente però ne vengono fuori delle trappole mortali, perché sono 40 oggetti (di diversa natura e provenienza) legati tra loro con spaghi, collegati con ponti e via dicendo.
E si reggono tutti su un equilibrio fragilissimo.
Quindi la cosa più frequente è spostare una briciola per far venire giù l'intera muraglia cinese. Oppure, come quest'estate, aprire la porta della cabina dei bagni per creare un effetto domino con buona parte degli oggetti presenti in essa.
Dalia ed io lo chiamiamo "destrutturalismo alla francese" per riderci su, dandogli un tono pseudointellettuale.
Ma in realtà certi giorni da ridere c'è ben poco.
Soprattutto quando di notte inciampi in uno di quei cosi.
in foto: un esempio di casa di Anita.
Che dite? la raccomando a Renzo Piano?
20 settembre 2010
polpettone di fagiolini di nonna Franca
È giunta l'ora di un grande classico della famiglia Marrè-Bizzarri: il polpettone di fagiolini. Da mangiarsi anche freddo d'estate; oppure bello caldo quando la temparatura si abbassa un po' (come in questi giorni).
Premessa doverosa: come ogni polpettone che si rispetti, anche questo è fatto apposta per riciclare gli avanzi, che sia formaggio o prosciutto o quant'altro.
Io ve lo scrivo come l'ho fatto ieri.
cosa vi serve
1 teglia
1 pentola
1 minipimer (sostituibile con un passaverdura, ma sai che palle...)
1 schiacciapatate (sostituibile con un passaverdura, vedi sopra)
1 recipiente
1 forno
ingredienti
6/7 etti di fagiolini
3/4 patate
2 etti di trita
mezza cipolla
1 etto di mortadella
un po' di formaggio grattugiato
due cucchiai di pangrattato
sale grosso
realizzazione
1 - pulite i fagiolini e pelate le patate
2 - riempite d'acqua mezza pentola e salate; quando bolle mettete a lessare le patate e i fagiolini
3 - dopo mezz'oretta, quando saranno lessati, schiacciate le patate con lo schiacciapatate e passate i fagiolini nel minipimer
4 - fate soffriggere la cipolla nella pentola; quando sarà imbiondita unite la trita e fate rosolare per 10 minuti a fuoco basso; unite il composto di patate e fagiolini, più il formaggio grattugiato e la mortadella tagliata fine fine (ci vorrebbe anche un uovo per legare il tutto, ma in casa nostra, come già detto, l'uovo è bandito); intanto fate scaldare il forno a 180°
5 - fate rosolare il composto ancora 10 minuti a fuoco basso, mescolando spesso, perché non si attacchi
6 - versate il composto nella teglia, pareggiandolo con una forchetta
(a me piace anche disegnare dei piccoli solchi paralleli con i rebbi della forchetta)
spolverate la superficie con il pangrattato, poi infornate per 30 minuti
servire tiepido (ma in estate va bene anche a temperatura ambiente)
Premessa doverosa: come ogni polpettone che si rispetti, anche questo è fatto apposta per riciclare gli avanzi, che sia formaggio o prosciutto o quant'altro.
Io ve lo scrivo come l'ho fatto ieri.
cosa vi serve
1 teglia
1 pentola
1 minipimer (sostituibile con un passaverdura, ma sai che palle...)
1 schiacciapatate (sostituibile con un passaverdura, vedi sopra)
1 recipiente
1 forno
ingredienti
6/7 etti di fagiolini
3/4 patate
2 etti di trita
mezza cipolla
1 etto di mortadella
un po' di formaggio grattugiato
due cucchiai di pangrattato
sale grosso
realizzazione
1 - pulite i fagiolini e pelate le patate
2 - riempite d'acqua mezza pentola e salate; quando bolle mettete a lessare le patate e i fagiolini
3 - dopo mezz'oretta, quando saranno lessati, schiacciate le patate con lo schiacciapatate e passate i fagiolini nel minipimer
4 - fate soffriggere la cipolla nella pentola; quando sarà imbiondita unite la trita e fate rosolare per 10 minuti a fuoco basso; unite il composto di patate e fagiolini, più il formaggio grattugiato e la mortadella tagliata fine fine (ci vorrebbe anche un uovo per legare il tutto, ma in casa nostra, come già detto, l'uovo è bandito); intanto fate scaldare il forno a 180°
5 - fate rosolare il composto ancora 10 minuti a fuoco basso, mescolando spesso, perché non si attacchi
6 - versate il composto nella teglia, pareggiandolo con una forchetta
(a me piace anche disegnare dei piccoli solchi paralleli con i rebbi della forchetta)
spolverate la superficie con il pangrattato, poi infornate per 30 minuti
servire tiepido (ma in estate va bene anche a temperatura ambiente)
18 settembre 2010
labirinto svedese
Come nel famoso sketch di Paolo Migone, mia moglie mi ha intimato di portarla all'Ikea, questo uichend.
E così stamattina, dopo la prima lezione di nuoto di Anita (lezione un bel belino: caga sul petto a chiunque in quel corso), siamo andati all'Ikea di San Giuliano. Di sabato. Mentre fuori piove.
In pratica, un tentativo di suicidio.
Ma noi siamo partiti con le idee chiare: abbiamo già visto tutto sul catalogo carteceo e approfondito sul sito.
Dobbiamo solo comprare una libreria per la camera delle bambine, di cui sappiamo già misure e modello. Dovrebbe essere semplice.
Il fatto, poi, che Anita sia entusiasta di fermarsi al reparto giochi, mi convince ancora di più: siamo sulla strada giusta; un'ora e siamo fuori di qua.
Non ho fatto i conti con un paio di attitudini prettamente femminili, o almeno di mia moglie: quella di mettere in discussione tutto; e il fattore "già che siamo qua", quell'indole che ti fa comprare una marea di minchiate a basso costo e di pura funzione adornativa.
Morale? Abbiamo speso 180 euro di roba.
Dopo 4 ore (pasto compreso).
Senza comprare la libreria, of course.
Piccola consolazione: ho notato che tutte le famiglie escono distrutte dall'esperienza Ikea. Coppie che discutono animatamente, bambini che piangono. Un padre addirittura che, nel parcheggio, lancia via il carrello imprecando ad alta voce.
Se non altro per un po' di tempo non dovremo tornarci.
E così stamattina, dopo la prima lezione di nuoto di Anita (lezione un bel belino: caga sul petto a chiunque in quel corso), siamo andati all'Ikea di San Giuliano. Di sabato. Mentre fuori piove.
In pratica, un tentativo di suicidio.
Ma noi siamo partiti con le idee chiare: abbiamo già visto tutto sul catalogo carteceo e approfondito sul sito.
Dobbiamo solo comprare una libreria per la camera delle bambine, di cui sappiamo già misure e modello. Dovrebbe essere semplice.
Il fatto, poi, che Anita sia entusiasta di fermarsi al reparto giochi, mi convince ancora di più: siamo sulla strada giusta; un'ora e siamo fuori di qua.
Non ho fatto i conti con un paio di attitudini prettamente femminili, o almeno di mia moglie: quella di mettere in discussione tutto; e il fattore "già che siamo qua", quell'indole che ti fa comprare una marea di minchiate a basso costo e di pura funzione adornativa.
Morale? Abbiamo speso 180 euro di roba.
Dopo 4 ore (pasto compreso).
Senza comprare la libreria, of course.
Piccola consolazione: ho notato che tutte le famiglie escono distrutte dall'esperienza Ikea. Coppie che discutono animatamente, bambini che piangono. Un padre addirittura che, nel parcheggio, lancia via il carrello imprecando ad alta voce.
Se non altro per un po' di tempo non dovremo tornarci.
17 settembre 2010
la temeraria
Come tutti i secondogeniti, anche Elena non ha il senso di quello che può o non può fare: vede la sorella che si arrampica sul divano e poi si butta giù? pronti, via e lo fa anche lei.
È tanto tranquilla e pacifica di carattere, quanto una furia per quello che riguarda l'aspetto motorio.
Quest'estate, l'ho persa di vista un attimo ed era già in cima a uno scivolo, pronta per la discesa. Come abbia fatto a fare le scale per arrivare fino a lì senza ammazzarsi è un mistero.
Sabato scorso, mentre Dalia faceva il bagno ad Anita e io preparavo la cena, la sento armeggiare in sala e vado a guardare: era salita da sola sul seggiolone. Come non si sa.
Ieri la sua ultima performance: si è arrampicata su una sedia e poi è salita in piedi sul tavolo di sala.
Ho già prenotato il parcheggio di fronte al Pronto Soccorso.
È tanto tranquilla e pacifica di carattere, quanto una furia per quello che riguarda l'aspetto motorio.
Quest'estate, l'ho persa di vista un attimo ed era già in cima a uno scivolo, pronta per la discesa. Come abbia fatto a fare le scale per arrivare fino a lì senza ammazzarsi è un mistero.
Sabato scorso, mentre Dalia faceva il bagno ad Anita e io preparavo la cena, la sento armeggiare in sala e vado a guardare: era salita da sola sul seggiolone. Come non si sa.
Ieri la sua ultima performance: si è arrampicata su una sedia e poi è salita in piedi sul tavolo di sala.
Ho già prenotato il parcheggio di fronte al Pronto Soccorso.
15 settembre 2010
adesso che
Riguardo alla ninna-nanna, Anita è sempre più esigente. Vuole canzoni nuove, oppure apostrofa le performance di Dalia con "ma questa canzone me l'hai già cantata".
E Dalia è costretta a inventare oppure a pescare dalle canzoni che conosce, un po' a caso.
E dove va a parare? Sulle (poche) canzoni di cui sa le parole.
Non è un caso quindi sentire Anita che si aggira per casa canticchiando "mi manca da morireeeee, quel suo piccolo grande amoreeee, adesso che..."
Orrore!
E Dalia è costretta a inventare oppure a pescare dalle canzoni che conosce, un po' a caso.
E dove va a parare? Sulle (poche) canzoni di cui sa le parole.
Non è un caso quindi sentire Anita che si aggira per casa canticchiando "mi manca da morireeeee, quel suo piccolo grande amoreeee, adesso che..."
Orrore!
14 settembre 2010
musica d'altri tempi
Brant Bjork "Gods and Goddess"
Avevo perso le tracce di Brant Bjork, talentuoso batterista dei Kyuss. Scopro solo quest'anno che si è avventurato in una sua carriera solista e che è arrivato al suo ottavo album. Beh, caspita, i miei complimenti signor Bjork. Complimenti che si rafforzano alla luce di questo "Gods and Goddess" che mi piace assai. Un bel mix tra hard rock, blues, stoner e - ebbene sì - pure ballate. Un disco piacevole, non c'è che dire.
The Sword "Warp Riders"
Ed ecco la rivelazione dell'anno: i The Sword. Oddio, per la verità sono al loro terzo album, ma per me sono una rivelazione perché non li avevo mai sentiti nominare. Se vi piace l'heavy metal dei primordi, se pensate che dopo i Deep Purple e i Black Sabbath tutti gli altri non meritano neanche una menzione, beh, questo gruppo texano fa per voi al 100%. Sono talmente old style, che anche la copertina del cd sembra presa direttamente da un libro della collana Urania. Bel disco potente.
Avevo perso le tracce di Brant Bjork, talentuoso batterista dei Kyuss. Scopro solo quest'anno che si è avventurato in una sua carriera solista e che è arrivato al suo ottavo album. Beh, caspita, i miei complimenti signor Bjork. Complimenti che si rafforzano alla luce di questo "Gods and Goddess" che mi piace assai. Un bel mix tra hard rock, blues, stoner e - ebbene sì - pure ballate. Un disco piacevole, non c'è che dire.
The Sword "Warp Riders"
Ed ecco la rivelazione dell'anno: i The Sword. Oddio, per la verità sono al loro terzo album, ma per me sono una rivelazione perché non li avevo mai sentiti nominare. Se vi piace l'heavy metal dei primordi, se pensate che dopo i Deep Purple e i Black Sabbath tutti gli altri non meritano neanche una menzione, beh, questo gruppo texano fa per voi al 100%. Sono talmente old style, che anche la copertina del cd sembra presa direttamente da un libro della collana Urania. Bel disco potente.
10 settembre 2010
i manichini del crash test sono ancora vivi
Dopo il successo planetario della canzone "Mmm mmm mmm", quanti di voi pensava che i Crash Test Dummies fossero ancora in vita? Sembravano (loro e la canzone) uno di quegli esempi di meteora che viene rispolverata dai programmi di Mtv coi nomi assurdi tipo "best rock chorus of the 90's", dove al 79° posto comparivala la (bella) canzone che gli diede fama in tutto il mondo.
Con conseguente "che fine hanno fatto?" per scoprire che luilì aveva fondato una setta catto-brasiliana di adoratori del tanga.
E invece no. Tra alti e bassi il complesso, largamente rimaneggiato, è andato avanti. E ho scoperto pochi giorni fa che hanno appena pubblicato un nuovo album di inediti: "Oooh La La" (come titolo potevano decisamente fare di meglio).
Il risultato è una serie di ballad piacevoli e non eccessivamente malinconiche, con un paio di guizzi di musica da avanspettacolo ("Not Today Baby" e "Now You See Her") e uno country ("What I'm Famous For").
Come dicevamo, l'esito finale è buono, ma diciamoci la verità: se non fosse per la voce di Brad Roberts, il disco sarebbe sotto la sufficienza; e probabilmente i Crash Test Dummies sarebbero defunti da tempo.
Che è una discreta ironia, visto il nome.
Con conseguente "che fine hanno fatto?" per scoprire che luilì aveva fondato una setta catto-brasiliana di adoratori del tanga.
E invece no. Tra alti e bassi il complesso, largamente rimaneggiato, è andato avanti. E ho scoperto pochi giorni fa che hanno appena pubblicato un nuovo album di inediti: "Oooh La La" (come titolo potevano decisamente fare di meglio).
Il risultato è una serie di ballad piacevoli e non eccessivamente malinconiche, con un paio di guizzi di musica da avanspettacolo ("Not Today Baby" e "Now You See Her") e uno country ("What I'm Famous For").
Come dicevamo, l'esito finale è buono, ma diciamoci la verità: se non fosse per la voce di Brad Roberts, il disco sarebbe sotto la sufficienza; e probabilmente i Crash Test Dummies sarebbero defunti da tempo.
Che è una discreta ironia, visto il nome.
09 settembre 2010
saturn contro
Non sono uno spendaccione, ne' soffro di shopping compulsivo: in linea di massima mi compro quello che mi serve. Ci sono dei negozi che però, per me, sono degli autentici buchi neri.
Entro lì dentro e il tempo si ferma, il mondo di fuori svanisce e io rimango risucchiato dagli articoli in esposizione.
La Feltrinelli, come già dissi, è uno di quelli più "a rischio", per me. L'altro polo di attrazione consumistica sono i negozi di elettronica tipo Saturn o MediaWorld.
Sì, perché non sono più solo negozi di elettronica, ma hanno dentro un po' di tutto; quindi costituiscono una tentazione sia per me come amante della musica, che come casalinga, che come fotografo, ecc.
Oggi sono entrato per comprarmi degli auricolari nuovi per l'iPod e stavo per uscire anche con: la macchina per fare il pane; una nuova borsa per la macchina fotografica; le casse "da viaggio" studiate apposta per l'iPod; una serie di cd e dvd in offerta.
Per fortuna ero in motorino e non sapevo dove mettere tutta quella roba, quindi ho lasciato stare.
Entro lì dentro e il tempo si ferma, il mondo di fuori svanisce e io rimango risucchiato dagli articoli in esposizione.
La Feltrinelli, come già dissi, è uno di quelli più "a rischio", per me. L'altro polo di attrazione consumistica sono i negozi di elettronica tipo Saturn o MediaWorld.
Sì, perché non sono più solo negozi di elettronica, ma hanno dentro un po' di tutto; quindi costituiscono una tentazione sia per me come amante della musica, che come casalinga, che come fotografo, ecc.
Oggi sono entrato per comprarmi degli auricolari nuovi per l'iPod e stavo per uscire anche con: la macchina per fare il pane; una nuova borsa per la macchina fotografica; le casse "da viaggio" studiate apposta per l'iPod; una serie di cd e dvd in offerta.
Per fortuna ero in motorino e non sapevo dove mettere tutta quella roba, quindi ho lasciato stare.
08 settembre 2010
indovina la citazione - 4
Questa volta ci spostiamo nei film un po' "difficili".
Per aiutarvi vi dico che è un film italiano.
1 - "Cosa sono quelli?"
"Ansiolitici"
"Non dovresti berci la birra"
"Ha parlato l'omeopata"
2 - Tu sei Luca? Il chitarrista dei Lagher?
State suonando bene in questo periodo. Ho sentito le ultime cose... belle!
3 - "Però io ti devo dire tutto."
"Perché? Perché tutti volete dire tutto? È un momento in cui tutti devono dire la verità. A me. Tutti a me. Che cos'è? Sono stato scelto? È un'epidemia? Che è?"
4 - "C'è una cosa che sanno tutti, da anni, ormai, e voi no e ci riguarda pure tutti quanti"
"Cosa? Cosa per favore?"
"Michela è lesbica"
"Lesbica?"
5 - "Certo che è un sacco di tempo che non andiamo in fabbrica io e te insieme. Tantissimo."
"Da quella volta che hai lasciato aperto il frigo ed è marcita tutta la frutta, no?"
"Mh, sì sì."
6 - "Mi ha parlato di fallimento, della fabbrica, ipoteca. Che cazzo succede?"
7 - "Quanto abbiamo prodotto?"
"800"
"Noi entro due giorni dobbiamo produrre 1500. Fatti un attimo due calcoli... non ce la faremo mai! Mai ce la faremo. E resteremo con 1500 bottiglie di sciroppo di fragola invendute. Che cosa faremo? Passeremo l'inverno bevendo sciroppo di fragola tutti quanti? No! Perché a me lo sciroppo di fragola non piace..."
Per aiutarvi vi dico che è un film italiano.
1 - "Cosa sono quelli?"
"Ansiolitici"
"Non dovresti berci la birra"
"Ha parlato l'omeopata"
2 - Tu sei Luca? Il chitarrista dei Lagher?
State suonando bene in questo periodo. Ho sentito le ultime cose... belle!
3 - "Però io ti devo dire tutto."
"Perché? Perché tutti volete dire tutto? È un momento in cui tutti devono dire la verità. A me. Tutti a me. Che cos'è? Sono stato scelto? È un'epidemia? Che è?"
4 - "C'è una cosa che sanno tutti, da anni, ormai, e voi no e ci riguarda pure tutti quanti"
"Cosa? Cosa per favore?"
"Michela è lesbica"
"Lesbica?"
5 - "Certo che è un sacco di tempo che non andiamo in fabbrica io e te insieme. Tantissimo."
"Da quella volta che hai lasciato aperto il frigo ed è marcita tutta la frutta, no?"
"Mh, sì sì."
6 - "Mi ha parlato di fallimento, della fabbrica, ipoteca. Che cazzo succede?"
7 - "Quanto abbiamo prodotto?"
"800"
"Noi entro due giorni dobbiamo produrre 1500. Fatti un attimo due calcoli... non ce la faremo mai! Mai ce la faremo. E resteremo con 1500 bottiglie di sciroppo di fragola invendute. Che cosa faremo? Passeremo l'inverno bevendo sciroppo di fragola tutti quanti? No! Perché a me lo sciroppo di fragola non piace..."
07 settembre 2010
06 settembre 2010
post vacation blues
Mi succede così ogni anno: a un paio di giorni dalla data di rientro dalle ferie mi viene la malinconia.
È normale, direte voi. Sì, è normale, però non dovrebbe esserlo. Succede probabilmente perché riponiamo troppe aspettative nelle ferie. Ogni anno sono sempre più ambite, desiderate.
Per noi poi questo è stato il 4° anno consecutivo passato a Celle e, beh, con tutto il bene che voglio al paese in cui sonoi cresciuto bisogna dire che non brilla certo per attrattive e iniziative particolarmente interessanti.
Ma torniamo a noi. Cos'è questo blues che mi attanaglia? Non è solo la tristezza del rientro a casa dalle vacanze, fino a lì ci arrivava chiunque.
È - penso - l'insoddisfazione della vita che conduciamo. Infatti un grande classico è rientrare dalle vacanze con progetti tipo rilevare l'edicola di Alassio o aprire un bed and breakfast in Maremma.
Ma la realtà nuda e cruda è che la vacanza è la vera dimensione dell'essere umano. La possibilità di dedicarci alle cose che più amiamo; che siano i figli o la lettura o le passeggiate in montagna. Per forza di cose, quindi, quando torniamo in città la nostra vita, che da anni corre sempre sugli stessi binari, ci appare in tutto il suo orrore.
E quindi ogni anno si ripropone la stessa domanda: cosa posso fare per migliorare la mia vita quotidiana? E la cosa più triste è proprio il fatto che ogni anno ci rifacciamo questa stessa domanda senza avere mai trovato una soluzione.
Probabilmente è questo che mi fa salire una malinconia assurda: l'incapacità di cambiare la mia vita. Renderseno conto a 40 anni non è male, eh!
È normale, direte voi. Sì, è normale, però non dovrebbe esserlo. Succede probabilmente perché riponiamo troppe aspettative nelle ferie. Ogni anno sono sempre più ambite, desiderate.
Per noi poi questo è stato il 4° anno consecutivo passato a Celle e, beh, con tutto il bene che voglio al paese in cui sonoi cresciuto bisogna dire che non brilla certo per attrattive e iniziative particolarmente interessanti.
Ma torniamo a noi. Cos'è questo blues che mi attanaglia? Non è solo la tristezza del rientro a casa dalle vacanze, fino a lì ci arrivava chiunque.
È - penso - l'insoddisfazione della vita che conduciamo. Infatti un grande classico è rientrare dalle vacanze con progetti tipo rilevare l'edicola di Alassio o aprire un bed and breakfast in Maremma.
Ma la realtà nuda e cruda è che la vacanza è la vera dimensione dell'essere umano. La possibilità di dedicarci alle cose che più amiamo; che siano i figli o la lettura o le passeggiate in montagna. Per forza di cose, quindi, quando torniamo in città la nostra vita, che da anni corre sempre sugli stessi binari, ci appare in tutto il suo orrore.
E quindi ogni anno si ripropone la stessa domanda: cosa posso fare per migliorare la mia vita quotidiana? E la cosa più triste è proprio il fatto che ogni anno ci rifacciamo questa stessa domanda senza avere mai trovato una soluzione.
Probabilmente è questo che mi fa salire una malinconia assurda: l'incapacità di cambiare la mia vita. Renderseno conto a 40 anni non è male, eh!
02 settembre 2010
Autodafé
Ebbene sì: ho degli scheletri nell'armadio che mi trascino da troppo tempo. Sfrutto il blog per fare pubblica ammenda su me stesso e confessare alcune cose:
1 - non sono mai riuscito a fare i palloni con le gomme da masticare (o ciùngai);
2 - non sono mai riuscito a vedere uno di quei cazzo di quadri in 3D che devi stare fisso a vedere un punto e poi ti appare Padre Pio;
3 - non ho mai imparato ad andare in bici senza mani;
4 - non sono mai riuscito a fare i rutti "a comando", cioè senza ingurgitare ettolitri di bevande gassate.
Ecco, adesso l'ho detto.
Lapidatemi.
1 - non sono mai riuscito a fare i palloni con le gomme da masticare (o ciùngai);
2 - non sono mai riuscito a vedere uno di quei cazzo di quadri in 3D che devi stare fisso a vedere un punto e poi ti appare Padre Pio;
3 - non ho mai imparato ad andare in bici senza mani;
4 - non sono mai riuscito a fare i rutti "a comando", cioè senza ingurgitare ettolitri di bevande gassate.
Ecco, adesso l'ho detto.
Lapidatemi.
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