Mi succede così ogni anno: a un paio di giorni dalla data di rientro dalle ferie mi viene la malinconia.
È normale, direte voi. Sì, è normale, però non dovrebbe esserlo. Succede probabilmente perché riponiamo troppe aspettative nelle ferie. Ogni anno sono sempre più ambite, desiderate.
Per noi poi questo è stato il 4° anno consecutivo passato a Celle e, beh, con tutto il bene che voglio al paese in cui sonoi cresciuto bisogna dire che non brilla certo per attrattive e iniziative particolarmente interessanti.
Ma torniamo a noi. Cos'è questo blues che mi attanaglia? Non è solo la tristezza del rientro a casa dalle vacanze, fino a lì ci arrivava chiunque.
È - penso - l'insoddisfazione della vita che conduciamo. Infatti un grande classico è rientrare dalle vacanze con progetti tipo rilevare l'edicola di Alassio o aprire un bed and breakfast in Maremma.
Ma la realtà nuda e cruda è che la vacanza è la vera dimensione dell'essere umano. La possibilità di dedicarci alle cose che più amiamo; che siano i figli o la lettura o le passeggiate in montagna. Per forza di cose, quindi, quando torniamo in città la nostra vita, che da anni corre sempre sugli stessi binari, ci appare in tutto il suo orrore.
E quindi ogni anno si ripropone la stessa domanda: cosa posso fare per migliorare la mia vita quotidiana? E la cosa più triste è proprio il fatto che ogni anno ci rifacciamo questa stessa domanda senza avere mai trovato una soluzione.
Probabilmente è questo che mi fa salire una malinconia assurda: l'incapacità di cambiare la mia vita. Renderseno conto a 40 anni non è male, eh!
3 commenti:
''tu non sopravviveresti una settimana lontano dall'isola di Manhattan''
che film è?
Mau
detta così, direi un Woody Allen.
Senti, ma in nome della nostra simile condizione (entrambi savonesi ed emigrati a Miolano e dintorni), la foto della metropolitana me la puoi cedere per un mio video musicale su YT ? Grazie Paul
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