04 novembre 2010

controcultura

Fabri Fibra non mi fa impazzire. Cioè: se di rap o hip-hop dobbiamo parlare gli preferisco di gran lunga gente come Caparezza. Però il ragazzo musicalmente parlando ha delle qualità, bisogna ammetterlo.

Il suo pregio, ma anche il suo difetto, è quello di aver creato dei gran polveroni, per fare in modo che si parlasse di lui. O bene o male, basta che se ne parli, si dice da tempo nell'ambito pubblicitario.
E lui è sempre riuscito a far parlare di se'. Tanto che io sono partito prevenuto nei suoi confronti. Poi un giorno sono incappato nel programma di MTV "in Italia" dove lui scorazzava in giro per lo stivale, mostrando la vita vera dei giovani di oggi, la vita di tutti i giorni. Quella che non fa mai notizia. E ho scoperto (ma lo immaginavo) che non è per niente un pirla.

Così ho voluto dare una chance al suo nuovo disco. Non mi piace per diversi motivi: innanzitutto non è il mio genere; in seconda battuta il suo modo di fare hip-hop è un po' troppo "gangsta style" per i miei gusti. Terzo motivo: le parole e di conseguenza le canzoni non sempre scivolano bene (su questo punto lui ci gioca anche un po'; in un paio di canzoni si autointerroga con frasi tipo "cosa ho detto?").

Però il disco non è da buttar via, anzi. Ma come? Hai appena detto che non ti piace!
È vero, però di dischi così ce n'è bisogno. C'è bisogno della critica sociale, dello sputtanamento dei politici e della presa per il culo dell'italiano medio. E se non lo fa un rapper chi lo fa?

Consigliata la sequenza "Più o meno", "Spara al Diavolo", "Controcultura" e "Vip in Trip" (che è anche il singolo; potete tranquillamente guardarlo/ascoltarlo su Youtube)

Nessun commento: