29 maggio 2011

26 maggio 2011

l'Alanis innamorata

L'Alanis mi si è innamorata. Cioè, ma ve la ricordate in "You oughta know" (pezzo con un tiro memorabile grazie agli strabordanti Flea e Dave Navarro) che tira saracchi dietro al proprio ex?
Ok, avete ragione: nel frattempo è andata in India, ha trovato una sua spiritualità e tutto, però cara la mia Alanis, belin, un conto è la spiritualità, un conto è il romanticismo mieloso.

Nel caso non lo sapeste, la Morissette l'anno scorso mi si è sposata con tale Mario Suevele Treadway, un rapper (capito? un rapper!) americano. E a distanza di un anno, mi esce con 'sta nuova canzone "into a King" che sarebbe considerata insopportabilmente romantica se la cantasse la Pausini, figuriamoci cantata da una che ha nel passato canzoni come "You oughta know".

Quindi la canzone fa schifo?
No, è bellissima, maledizione a lei e alla sua bravura.
E alla sua voce meravigliosa.

25 maggio 2011

di tutto un pop

È uscito il nuovo disco dei Tv on the Radio.
Sarà che loro sono di New York (per la precisione di Brooklyn), probabilmente la città più internazionale che esista, sarà che questo gruppo che ha in se' e nei suoi componenti diverse estrazioni, il risultato qual è?

Una decina di tracce intrise di melodie Pop, Rock, Hip Hop ed Elettronica che ben si mescolano con una voce in qualche modo vicina al Soul (a me ricorda quella dei Bloc Party, ma vabbè).
Forse è un po’ presto per dirlo, ma ”Nine Types of Light” mi sembra uno tra gli album più interessanti dell’anno.

23 maggio 2011

Milano e la questione Red Ronnie

Che Red Ronnie fosse un cretino lo si sapeva. Basta avere un minimo di conoscenza musicale e si capisce che ha basato la sua carriera non sulla competenza e la passione, ma sulle conoscenze e la fama che deriva dalla tv.
Cioè: è il classico "esperto" che se gli si parano davanti all'improvviso - chessò - gli Arcade Fire o gli Afterhours non saprebbe rivolgergli una domanda intelligente, se non con l'ausilio di un copione.

Il 18 maggio scorso, verso l’ora di pranzo, Red Ronnie sulla sua pagina Facebook pubblica lo status che leggete qua sotto:



In pratica attribuisce la cancellazione del LiveMi di sabato 21 maggio (musicisti emergenti che suonano in metropolitana), dandone la colpa a Giuliano Pisapia, candidato sindaco del centrosinistra, e quindi inviso alla sua (sua: di lui, Red Ronnie) amica Letizia Moratti.
A parte l'assurdità dell'accusa (come può un candidato sindaco interferire con le attività del comune? non ha nessun senso), colpisce questo atteggiamento della destra di attaccare gli avversari senza un minimo di ritegno, con accuse false e infondate. Mettono in atto quella che Saviano definisce la macchina del fango.

Per fortuna la rete non perdona e, come vedete dal primo commento pubblicato sotto lo status, la pagina Facebook di codesto galantuomo è stata ed è tuttora letteralmente invasa da commenti di ogni tipo tutti riportanti il tormentone "è colpa di Pisapia se...".
Un po' come quando il fenomeno Chuck Norris approdò alla rete.

Una risata li seppellirà?
Speriamo.

21 maggio 2011

terrorismo elettorale

Milano da questa mattina è letteralmente invasa da manifesti elettorali del Pdl che parlano dell'avvento di Pisapia (canidato del centrosx attualmente in testa) come di una catastrofe da scongiurare a tutti i costi.
Non si vede neanche un manifesto pro-Pisapia: nella notte passata è stato compiuto un superlavoro di attacchinaggio, da parte dei sostenitori del Pdl.

"Pisapia vuole costruire la più grande moschea d'Europa", "Pisapia vuole estendere l'ecopass a tutti", "Pisapia vuol fare entrare i centri sociali a Palazzo Marino", sono solo alcuni degli spauracchi che campeggiano sui muri e sugli orribili pannelli di lamiera.

Mi auguro che questa campagna denigratoria non funzioni. E non me lo auguro non solo perché io sostengo Pisapia. Me lo auguro perché se l'elettorato abbocca a questo tipo di provocazioni, e al ballottaggio fa vincere la Moratti, vuol dire che siamo proprio un popolo di rincoglioniti.

Ho veramente paura.

20 maggio 2011

Capita

Capita, a volte, di aprire gli occhi prematuri all’alba precoce, nell'ora chiara dei risvegli ingiusti e di occuparmi mentalmente della mia vita, di quella della mia famiglia e della mia città. Lo sdegno mi mantiene insonne e il mio istinto di chioccia mi porta alla mente l’impraticabilità dell’energia nucleare o l’imbarazzo di queste ultime elezioni comunali.

Le consapevolezze del mattino sono lucide, inappellabili, spietate: sono stanco delle pagliacciate che raccontano le compagnie telefoniche, degli uomini senza coraggio che fingono di osteggiare uomini senza etica, della rassegnazione mascherata da disinteresse e del finto sdegno che cela ideologie stantie.
Ho voglia di guide illuminate, di una città pulita, di ascoltare dibattiti che si arricchiscono nel confronto e di respirare ancora il profumo del rispetto del prossimo.

Non ne posso più di strilli. Il sussurro della ragione, pretendo. E la carezza dell’arte che sazia anche se non si mangia, l’entusiasmo disinteressato alla divulgazione del bello, i raduni spontanei per le parole pulite, e poi la musica senza iva e i libri letti a piedi nudi nei parchi.

E ho anche una disumana voglia di Nutella.

19 maggio 2011

indovina la citazione - 16

1 - Si può abbassare un po' la musica?
- Questa musica va sentita alta.
- Ma io dovrei parlarti lo stesso.
- Ti sento.

2 - Chi ti ha chiesto niente? eh? Io stavo male. Stavo bene quando stavo male. Tu mi hai fatto star bene? E io adesso sto male.

3 - Secondo te quello che sta con lei adesso lavora lì nella radio?
- Sì... secondo me potrebbe essere chiunque.
- Non me lo riesco a immaginare. Almeno sapere che faccia ha!

4 - Uno passa la vita a farsi dire che prima è troppo giovane, poi dopo diventa troppo vecchio... Ci sarà una fase centrale in cui uno deve correre, no?
Vuvuvuvu, l'effetto velocità...

5 - Allora, sentiamo un po': Signor Trofimov, che cosa ne pensa lei di me?

6 - Lo vede quel beccaccino? Venga che le mostro il beccaccino, un attimo.


Angelo, questo devi indovinarlo entro le prime tre sennò ti squalifico.

16 maggio 2011

Praga, in definitiva

Per fare un piccolo riassunto, posso dire che Praga mi è piaciuta veramente tanto.
La città, oltre ad essere bella architettonicamente è anche ben tenuta e offre un buon numero di spazi "vivibili".
Ovviamente questa considerazione è dettata dal fatto di non aver avuto problemi nel girarla con due bambine; e non è poco perché in fondo in fondo i bambini sono un po' l'unità di misura della vivibilità di una città.
Se la città è a misura di bambino e di anziano, dovrebbe andare bene per tutti, no?

E poi a Praga la birra è buona e costa meno dell'acqua.
Cosa volete di più?


Elena e Anita all'aeroporto, sulla via del ritorno.

13 maggio 2011

Praga, 6° giorno

Oggi giornata "defatigante", dedicata a qualche ultimo giretto e ad alcuni acquisti. In centro fervevano i preparativi di una festa nazional-nonsocosa con conseguente presidio di alcuni baracchini birro-gastronomici.
Abbiamo compiuto anche alcune tappe per vedere posti che non eravamo ancora riusciti a vedere, come la famosa casa danzante o la prestigiosa fabbrica di birra (con annesso pub) "U Fleku".
Abbiamo concluso con un graditissimo (per le bimbe) ritorno all'Isola dei Bambini.

Adesso stiamo preparando le valigie e sistemando la casa che ci ha ospitati..
Ho un po' di malinconia addosso un po' perché questa città mi ha veramente colpito e, in seconda battuta, molto banalmente, perché le vacanze sono finite.
Amen.


in foto: la casa danzante.

12 maggio 2011

Praga, 5° giorno

Stamattina ci siamo alzati di buon'ora e siamo usciti abbastanza presto. Presto rispetto ai nostri canoni, diciamo.
Siamo tornati a visitare il Castello, visto che 3 giorni fa avevamo più che altro visitato il Parco attiguo.
Sfortuna vuole che verso le 11,00 (dopo che abbiamo fatto la scarpinata per arrivare sulle alture su cui sorge il Castello) il cielo abbia iniziato a rannuvolarsi e verso le 11,40 ha iniziato pure a piovigginare.

Siamo comunque riusciti a vedere il cambio della guardia, evento molto folkloristico che si svolge tutti i giorni alle 12,00 e, mentre visitavamo il resto del castello, la pioggia si è fatta sempre più insistente fino afarci tornare a casa, dove abbiamo pranzato.

Nel pomerigigo il tempo sembrava darci tregua e siamo quindi usciti per fare il giro del quartiere ebraico, ma anche qui abbiamo resistito un po' finché Giove Pluvio non ci ha di nuovo costretto tra le mura domestiche.


un momento del cambio della guardia

11 maggio 2011

Praga, 4° giorno

Lo schema è sempre il solito: finché le bambine resistono vediamo quello che ci interessa. Quando iniziano a sclerare (o possibilmente prima) ci dedichiamo a qualcosa che possa interessare a loro.
Così stamattina giro per Mala Strana, con visita prima alla barocchissima chiesa di Sant Nicolas e poi a palazzo e giardini Wallenstein.

Nel pomeriggio, invece, siamo andati allo zoo di Praga, una struttura molto varia e interessante, anche per noi adulti. Le bimbe ovviamente erano matte di felicità.

a latere bis: quando mi chiedono "ma tu non avresti voluto un maschietto?" lì per lì mi viene da rispondere di sì. Poi penso a quella furia di Elena e mi dico che forse anche così è sufficiente.
È una pazza scatenata e non si ferma davanti a niente. Ogni tanto parte per i fatti suoi e, se non ci stai attento, la ritrovi in Groenlandia.


Pausa merenda allo zoo, davanti agli orsi bianchi

10 maggio 2011

Praga, 3° giorno

La giornata si è aperta con una chicca: Elena sta giocando con Barbie Cenerentola in una mano ed Hello Kitty nell'altra. Le fa dialogare e Cenerentola dice ad Hello Kitty: "Ciao. Tu non ce l'hai la bocca?" Ho riso per 10 minuti buoni.

Oggi visita classica di Praga, di quelle da guida turistica: Ponte Carlo, Torre dell'Orologio, Piazza della Città Vecchia e varie zone pedonali del centro città. Caldo quasi fastidioso e bambine un po' bollite ma brave.
Verso le 16,00 per premiarle di cotanta pazienza siamo andati all'Isola dei Bambini, un'isoletta sul fiume Moldava che è tutto un parco giochi. Le bimbe si sono divertite da morire.

Momento catartico: Anita ha giocato con due bambine. Prima con una che, se non ho capito male, si chiama Ana. Poi con un'altra con cui ha fatto diversi giochi.
A un certo punto la madre mi chiede "She speaks English?", indicando Anita.
Ho colto la palla al balzo per far capire ad Anita che le lezioni di inglese servono nella vita reale e le ho prontamente detto: "Guarda che lei parla inglese. Dille come ti chiami".
E Anita subito: "My name is Anita" e la bambina di riflesso: "and my name is Ivonka".
Dopodiché, essendo bambine, non c'è stato più bisogno di dire niente, che si capivano già benissimo.


Anita e Ivonka in action


A latere: visto che, come già detto, nell'ordine quotidiano della famiglia solitamente io mi dedico più ad Elena, questa vacanza mi serve anche per dedicarmi un po' di più ad Anita e a recuperare il rapporto con lei. Oggi, per esempio, è andato tutto a meraviglia.

09 maggio 2011

Praga, 2° giorno

La giornata non è cominciata proprio con i crismi di una giornata di vacanze di quelle che uno si augura. Prima Dora (la nostra babysitter tuttofare, che va comunque a casa nostra ogni giorno anche in nostra assenza) ci ha inviato un messaggio dicendo che si è rotto un vetro della finestra di camera nostra.
Poi ho dovuto risolvere a distanza un paio di questioni lavorative. E mentre ero al telefono per queste cose Anita ha pensato bene di strattonare Elena per un braccio, lussandoglielo.
Quindi siamo dovuti correre al Pronto Soccorso per farla visitare.

Ah, quasi dimenticavo: se qualcuno vi dice che a Praga ormai parlano tutti inglese non credetegli. Sì, forse le nuove generazioni. Forse.
All'ospedale è stata dura trovare qualcuno con cui interloquire; e pensate che c'è un ufficio apposta per stranieri.
Per farle breve, siamo usciti dall'ospedale che erano quasi le due del pomeriggio ed Elena fortunatamente sta bene, che in fondo è quel che conta.
Abbiamo trascorso ciò che rimaneva del pomeriggio al Castello di Praga, per la maggior parte nel Giardino Reale.


vietato calpestare le aiuole


Praga non è la città decadente che ci aspettavamo: è molto più colorata e vivace. Buona parte dei palazzi conserva comunque un certo fascino fuori dal tempo, anche se la maggior parte di loro è passata attraverso restauri relativamente recenti.
Una cità che merita sicuramente una visita.

08 maggio 2011

Praga, 1° giorno

Siamo arrivati a Praga alle 13,30. Verso le 14,15 abbiamo raggiunto il nostro alloggio in Maltezske Namesti, nel quartiere di Mala Strana.
La casa è piccolina, ma neanche troppo. Come posizione è eccellente perché siamo a due passi dal Ponte Carlo.

Come prima meta ci siamo dati il Tesco (supermercato) al di là del fiume, a una ventina di minuti a piedi. Per arrivarci ci abbiamo messo un paio d'ore perché ci siamo fermati in vari parchi e giardini, in modo che le bimbe potessero giocare un po', dopo un'intera mattinata passata sui vari mezzi di trasporto.

La città sembra molto vivibile, anche perché il tempo è bello e, essendo domenica, c'è molta gente in giro.
Abbiamo incontrato non poche difficoltà nel fare la spesa perché gli ingredienti sulle confezioni sono scritti in ceco, quindi abbiamo dovuto un po' arrangiarci con un dizionarietto tascabile.
Per tornare abbiamo percorso un tragitto diverso dal precedente, passando dal famoso Ponte Carlo.


Maltezske Namesti. La casa bianca è la nostra dimora praghese.

verso Praga

Come al solito chiudiamo tutti i bagagli a poche ore dalla partenza. Abbiamo preso tutto? Sicuramente no, ma pazienza.
Arrivederci a presto.

07 maggio 2011

daddy climbing

Uno dei giochi preferiti delle mie figlie, nelle mattine dei uichendz, è saltare a più riprese (e possibilmente insieme) sul corpo inerme del papà sdraiato.
Finché il papà non fa finta di scocciarsi, inizia ad alzarsi prima con le gambe poi a poco a poco con tutto il resto del corpo e loro due tentano di rimanere appese.

Inevitabilmente prima o poi (e in maniera sempre più rocambolesca, col passare dei minuti) cadono sul letto.
Allora il papà si risdraia e fa finta di addormentarsi. E loro ricominciano.
Per un tempo quasi infinito.

06 maggio 2011

back to garage rock

Se una band è sul mercato già da qualche anno e se inizia a perdere i fan della prima ora, la frase che si sente ripetere come un mantra ad ogni nuovo disco è "è il nostro disco più rock".
Se poi, come nel caso dei Foo Fighters, a questa dichiarazione ne segue un'altra del tipo "abbiamo provato e inciso il disco in un garage per ritrovare un certo tipo di ispirazione", beh allora hai praticamente la certezza che il disco in questione sarà un flop.

E invece.
Invece i Foo Fighters sfoderano un lavoro di quelli belli tosti: riff di chitarra come l'hard rock comanda, canzoni con un tiro micidiale, il tutto confezionato ad arte per chi, come me, ama la musica senza troppi fronzoli.
Per chi non li ama: oh no, un altro disco dei Foo Fighters.
Per chi li ama: braccio fuori dal finestrino, autoradio a palla e vai con gli urli!

05 maggio 2011

futilitia

Se fossi ricco, mi piacerebbe circondarmi di cose così futili, ma così futili che ve le scrivo.
Mi piacerebbe avere:
• le All Star (basse) di tutti i colori
• le Lacoste (mezza manica) di tutti i colori
• una Moto tipo la Guzzi California
• la chitarra "diavoletto" della Gibson

(continua)