Il periodo postnatalizio mi frega sempre. Se da una parte ci sono tutti i buoni propositi dell'anno nuovo, tra cui si ripresenta puntualmente il "perdere qualche chilo", dall'altra è tutto un fiorire di cene e di appuntamenti di inizio anno con amici, gruppi parrocchiali e via dicendo.
E in queste occasioni non mancano mai gli avanzi di Natale tra cui panettoni, pandori, panettoni al cioccolato e crema e via dicendo.
Non so voi, ma io sono sempre cresciuto con panettone e pandoro, insieme al tipico pandolce genovese. Se da piccoli volevamo mangiare un dolce diverso, dovevamo ringraziare i parenti che venivano da altre regioni.
Tutto ciò fino agli anni '80, quando furono commercializzati i primi dolci un po' variegati (ve la ricordate la pubblicità del "Tartufon? C'est bon"?). Da buon ragazzino adoravo tutto ciò che c'era di culinariamente pasticciato, anche se in casa mia, per amor di tradizione, non sono mai entrati (e tutt'ora non entrano).
Dal canto mio ho continuato a bramare quel tipo di pasticceria industriale e, ogni volta che si presentano questi appuntamenti dove si riciclano gli avanzi delle feste, non riesco ad esimermi dal mangiare grandi quantità di 'sti panettoni o similia.
Anche oggi mi sono ingozzato con una roba indefinibile infarcita di crema e cacao.
Una goduria.
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