Lo spesone settimanale lo faccio ahimé al sabato, come tutti quelli che durante la settimana lavorano e non hanno quindi il tempo di dedicarcisi. Solitamente lo schema è: accompagno Dalia e Anita in piscina per la lezione di nuoto della bimba, dopodiché vado all'Esselunga con Elena e, terminato lo spesone, torno alla piscina, prelevo le due e torniamo all'ovile tutti insieme. Poiché la lezione di Anita è alle 9,00, diciamo che usciamo alle 8,40 e per le 10,20 siamo a casa.
Ma oggi Elena era malata, quindi ho portato Anita in piscina, sono stato lì con lei per la durata della lezione, dopodiché siamo tornati a casa, l'ho mollata lì e solo alle 10,40 ero all'Esselunga.
Perché tutta questa attenzione agli orari? Perché fare lo spesone al sabato, se non lo si fa nelle prime ore del mattino (come faccio di default) è una specie di calvario: l'Esselunga è presa d'assalto da un numero esorbitante di persone; quindi si fatica a trovare i carrelli, si fanno lunghe code alla rosticceria o alle bilance del reparto frutta-verdura, gli scaffali delle offerte sono vuoti e via dicendo. Tutte situazioni che, inoltre, fanno aumentare il nervosismo della gente.
Ma tutto questo per raccontarvi cosa? Che oggi, appunto, recandomi lì nell'orario delle cavallette impazzite, ho fatto un grosso respiro zen e ho deciso di prendermela in relax. E così facendo ho anche messo a fuoco alcuni personaggi al limite della patologia, che vi andrei ad illustrare.
la vecchietta
La prima cosa che salta all'occhio, nel delirio del sabato sono sempre le persone anziane, spesso di sesso femminile. Per forza saltano all'occhio: è come vedere una Panda sul circuito di Indianapolis. Ma è mai possibile che con tutti i giorni e gli orari che queste signore hanno a disposizione, debbano recarsi al super proprio al sabato alle 11? Intasano le corsie, stanno due ore a scegliere una carota e, soprattutto, hanno il classico atteggiamento da "non c'è più rispetto" che, se per caso le urti o gli dici di spostarsi, ti sparano addosso una filippica che te la raccomando.
quelli delle offerte
Dopo il reparto frutta-verdura, all'Esselunga ci sono sempre una serie di scaffali in centro corsia con le offerte. La prima (ho detto "la prima"!) volta che le vedi, puoi anche soffermartici e dedicarci la cura maniacale che le ragazzine dedicano ad ogni singolo pezzo durante i saldi di H&M. Ma poi ti accorgi che quei prodotti sono anche ai loro posti "standard": la mozzarella scontata al 40%, se la trovi lì la trovi anche nel reparto mozzarelle, quindi è inutile soffermarcisi troppo. Invece no: code di gente che si spintona per agguantare un pacco di caffè, quando nella corsia apposita c'è il deserto.
la famiglia isterica
Mi domando: che bisogno c'è di andare a fare la spesa con tutta la famiglia? Potendo io la farei sempre da solo. Alla mattina presto mi tocca portarmi Elena, che è buona come un agnellino o che comunque si può sedare con un paio di Plasmon. Ma oggi che sono andato più tardi sarebbe stato un suicidio portarmi tutti dietro. I figli sono i più tremendi, ma per forza: li costringi a seguirti in un posto rumorosissimo e con una gran confusione; e appena vedono i giochi (che quegli stronzi scaltri dell'Esselunga hanno messo vicino ai biscotti e agli omogeneizzati) mi pare normale che te ne chiedano uno. E al perentorio rifiuto cominciano le crisi isteriche. Sia dei figli che dei genitori. La spesa diventa una via Crucis di richieste di patatine-ovetti-teletubbies, con i genitori innervositi che litigano e che non vedono l'ora di uscire. Perché fate tutto questo? Evitateglielo. Ed evitatevelo.
le sciure al reparto gastronomia
Il principale motivo per cui evito come la peste il reparto gastronomia sono le sciure impellicciate che lo presidiano come un fortino. Hanno costantemente tatuato sul volto quell'espressione da "lei non sa chi sono io" che te le fa odiare al primo sguardo. Si rivolgono ai poveri cristi detro al bancone col classico incipit milanese "mi dà..." . E lo fanno con una tale arroganza che sembra che stiano ordinando del carpaccio di panda, quando poi in realtà sono lì a comprare due etti di prosciutto cotto scadente.
l'intenditore di vini
E mentre le mogli impellicciate circondano il reparto gastronomia, i mariti, in Loden verde e berretto stile Borsalino, stazionano nel reparto vini. Mano al mento, studiano l'acquisto come se quella sera avessero a cena il Papa e le sorti della pace nel mondo dipendessero da quella singola bottiglia. Caratteristica fondamentale è la posizione a centro corsia, che intasa il traffico dei carrelli.
(a seguire)
4 commenti:
Avendo lavorato in un Bennet (ce ne sono lì dalle tue parti?) per due anni, ne ho viste davvero di belle. La corsa all'oro della mattina della vigiglia di Natale (vere e proprie corse campestri per accaparrarsi il bigliettino n.1 in salumeria/gastronomia e pescheria con tanto di scivoloni e voli da oscar), i genitori isterici, le vecchie, ecc ecc... ma ricordo un giorno in cui ero OBERATO nel vero senso della parola di lavoro e una signora di quelle impellicciate mi si avvicina. Il supermercato apre alle nove, conta che erano le nove e mezza e il banco in mezz'ora si era già svuotato da, senza scherzare, almeno 50 kg di carne trita. Ovviamente in macelleria delle trite mi occupavo io. Mentre ero intento a riempire di nuovo il banco, si avvicina questa e punta al mio cartellino di identificazione... sai, quelli col nome del dipendente. In quelli del Bennet il biglietto dice "Salve, sono SAMUELE e ho sempre un sorriso per voi". Quel giorno ho rischiato il licenziamento, che non c'è stato perché la signora non è stata stronza e non è andata a lamentarsi. Comunque, arriva e dopo almeno 5, CINQUE, richieste assurde e scontate (era una cliente abituale, sapeva TUTTE le risposte, aveva solo da rompere i coglioni) e mi dice "ragazzo, scusi... ma IL MIO SORRISO DOV'E'?"... alchè presi il cartellino e glielo scagliai addosso dicendole "eccolo, tutto suo!" e andai a prendermi un caffè. Mattinata di merda e io un bel po' bambino. :D
spettacolare, sam! filo: sappi che hai svegliato il mostro...
hahahahaha....
quelli che vogliono parlare con i lavoratori che non se li filano?
QUELLI CHE NON PESANO IL MELONE!
mau
A proposito dell'ortofrutta, una volta il direttore del supermercato dove lavoravo ha inseguito un vecchio che ha pesato un ananas senza il fogliame (non so come si chiama la parte superiore del frutto, quella che non si mangia) e per giunta col prezzo di un altro ortaggio meno caro. Dovevate vedere il vecchio. Un metro e sessanta un po' gobbo che cercava di tirar pugni sul muso al direttore di un metro e novanta. Scena epica. "Signore, non si fa così... l'ananas va pesata così com'è e col codice dell'ananas, per dio!" "FASCISTA DI MERDA! NON STAVO RUBANDO! PORTA RISPETTO, C'AVRO' SETTANT'ANNI MA TE LA SPACCO LO STESSO LA FACCIA!"
EPICA.
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