14 dicembre 2010

attese canadesi

Mi sono imbattuto in Royal Wood per puro caso, uno di quei giorni in cui avevo voglia di sentire qualcosa di nuovo e allora mi misi a spulciare sui vari siti e blog di musica.
Un tizio aveva appena uppato sul proprio blog il suo ultimo disco, dal titolo "the Waiting", e mi dissi il classico "perché no?"

D'altronde il bello della musica al tempo di internet è la facilità con cui si può accedere a nuovi gruppi, nuovi cantanti e poi, se piacciono, decidere se acquistarli o meno. La selezione è molto più semplice che non - come facevamo da adolescenti - aspettare che un amico ti registrasse una cassetta per farti sentire un disco o un artista nuovo.

Ma torniamo a Royal Wood. Sempre tramite internet scopro che si tratta di un polistrumentista, autore, compositore e produttore. Insomma non sarà un disco usa e getta o quanto meno fatto con superficialità.
Procedo all'ascolto e ne rimango incantato. Dalle melodie lineari, dalla cura delle composizioni e dalla sua voce pacata e cristallina.
Certo: bisogna essere un po' in modalità malinconica per ascoltarlo. Però per quei momenti è proprio adatto. Tipo viaggio in macchina da soli, di notte. Dopo un paio di caffè, però, per evitare il rischio abbiocco.

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