Difficile parlare del nuovo album dei
Muse. Da una parte ci sono le aspettative nei confronti di uno dei dischi più attesi dell'anno; dall'altra quella sorta di fanatismo che ti fa digerire anche una scoreggia, se fatta dal tuo cantante preferito.
Come spesso mi accade, io sono in mezzo: non sono loro fan, però mi piacciono parecchio. Cercherò di essere più obiettivo possibile.
Passiamo all'ascolto.
L'album parte con
"Supremacy", un brano estremamente "Bellamy style": etmosfere epiche, ampio respiro e musica in crescendo. E quindi, almeno per i primi 5 minuti, sono i Muse che conosciamo.
Con
"Madness", primo singolo estratto dall'album, si comincia a intravedere qualcosa di diverso. La canzone che ha fatto storcere il naso a più di un fan, effettivamente ha una base elettronica da Depeche Mode e cori da Queen. Insomma, se siete tra quelli che auspicano un ritorno a "Origin of Simmetry", questi non sono i Muse che fanno per voi. A me, comunque, piace molto.
"Panic Station" sembra un brano di David Bowie: un funkettone elettronico con batteria basica ed arrangiamenti dei più svariegati (sezione fiati campionata?). Non mi fa proprio impazzire.
Siamo a
"Prelude + Survival": qua Bellamy dà sfogo a tutti i suoi progetti di magnificenza operistica. Già dall'apertura si capisce che luilì ascolta musica classica, e non mi stupirei se un giorno o l'altro volesse scrivere una sinfonia. Certo che la finezza e la ricercatezza di Beethoven sono lontane. Ma comunque noi qua apprezziamo i tentativi, anche se un po' tamarri e autocelebrativi.
Con il trittico
"Follow Me",
"Animals" ed
"Explorers" si torna a quelle atmosfere intime e malinconiche alla Muse, come nelle canzoni più struggenti di "Absolution". Sarà il periodo della mia vita, non lo so, ma a me queste canzoni piacciono così tanto da mandarmi quasi alle lacrime.
Anche
"Big Freeze" sembra uscita "Absolution". E se consideriamo che è il mio disco preferito della band inglese, tiratene voi le conclusioni. La voce di Bellamy in questo brano raggiunge una tecnica e un'intensità emotiva a cui mi sembra non sia mai arrivata prima.
L'inizio di
"Save Me" invece è quasi scioccante: di chi è questa voce? Beh, io lo so e forse lo sapete anche voi: Chris Wolstenholme, il bassista, ha rotto l'egemonia bellamyesca di autore e ha composto ben due brani per questo album. E li canta pure.
Il primo è appunto "Save Me", canzone carina, ma non molto di più.
Il secondo è la successiva
"Liquid State", che risente maggiormente dell'esperienza Muse da parte di Wolstenholme. Non dico che sembra scritta da Bellamy, ma siamo lì lì.
Gli ultimi due pezzi del cd sembrano rispondere a un unico comune denominatore: prove tecniche di colonna sonora.
"The 2nd Law- Unsustainable", brano che compariva in un filmato/anteprima del disco - e che ha scatenato le ire dei fan storici della band - sembra essere stata scritta per un film tipo Iron Man, vista la massiccia presenza di componenti elettronici.
La seguente
"The 2nd Law- Isolated System", invece, è un brano molto più tranquillo e di ampio respiro, ma pur sempre brano strumentale, adatto a quei filmati tipo "Koyaanisqatsi".
Tanto per cercare di dare un senso a tutte le minchiate che ho scritto sopra, cerchiamo di riordinare le idee. È sicuramente un disco di buona fattura, come i Muse ci hanno abituato.
Penso che ci sarà la solita pioggia di fan delusi che li preferivano prima e che urleranno al sacrilegio perché il disco non risponde alle loro aspettative.
Ma a voi, signori Muse, che cazzo ve frega? Andate per la vostra strada e uscite pure dal seminato, che fate benissimo!
Detto questo, a me piace.