21 dicembre 2012

stiamo messi bene

Ogni anno dico che peggio di così non può andare; e puntualmente vengo smentito l'anno dopo. Natale diventa sempre di più "una corsa a qualcosa". Ne ho già parlato gli anni scorsi e quindi non voglio tediarvi oltre.
Però il fatto che non abbia aggiornato il blog (mio malgrado) da più di 15 giorni ne è la prova tangibile.

Ma cerchiamo di stare allegri.
Vi metto un video che a me piace molto, nonostante tra i suoi partecipanti ci sia Mariah Carey (la gatta morta per eccellenza) che mi sta discretamente sulle balle, ma ha comunque una voce meravigliosa.
Per la cronaca gli altri partecipanti sono Jimmy Fallon (paragonabile un po' al nostro Fiorello) e i The Roots, gruppo americano che suona un hip hop con contaminazioni varie.

A me questo video fa riderissimo. Perché:
1 - mi piacciono un sacco le canzoni "home made version";
2 - tutti loro vestiti come in un video anni 80 sulla neve (es. "Last Christmas" degli Wham!) con tanto di elementi kitsch in aggiunta, tipo le stelline sul seno di Mariah
3 - avete fatto caso agli strumenti utilizzati?
4 - il coro è meraviglioso, in ogni sua apparizione.

Insomma: questo è il mio modo di augurare ai pochi lettori di questo blog un sereno e divertente Natale.



05 dicembre 2012

learning to write

Anita sta imparando a scrivere.
E comunica con me tramite l'iPhone.


29 novembre 2012

forse ho capito

Ogni tanto ho dei momenti di lucidità (rari, per carità), in cui la verità mi appare a galla, nitida e trasparente.
Pochi giorni fa, per esempio, ho finalmente capito perché Renzi risulta così ostico agli elettori di sinistra, tanto da essere considerato da alcuni un clone di Berlusconi.

Perché non ha quella classica aria sfigata da uomo di sinistra.
O meglio: perché non è emaciato come Fassino, non è obsoleto come D'Alema, non ha lo sguardo arcigno della Bindi, non ostenta la superiorità dell'intellettualoide come Vendola, non si veste con gli stessi vestiti degli anni 70 come fa Bersani, non ha le occhiaie come Michele Serra e tante altre caratteristiche che da anni (o almeno da quando io voto, cioè a partire da Occhetto) hanno delineato la classica figura dell'uomo di sinistra.

Ha l'aria di un ragazzo giovane e dinamico. E sa comunicare in maniera efficace.


27 novembre 2012

You've been away for too long

Cazzuto. Questo è un disco veramente cazzuto.
Se la opening track (nonché singolo che anticipava l'uscita del disco) proiettava indietro di 15 anni, la traccia numero due, "Non-State Actor", è un pezzo da paura, che entra di diritto tra i miei preferiti della band.

Insomma, per farvela breve, il disco scorre via tra riffoni di chitarra, tempi dispari e atmosfere cupe. Esattamente come succedeva ai tempi di "Superunknown", anche le ballad sono pesanti e malinconiche. "Bones of Birds" è di una bellezza mistica; forse la mia preferita dell'album.

E allora che differenza c'è rispetto a prima? Sono impietoso, lo so, però l'unica differenza è nella voce di Cornell, che - ahinoi - non è più la stessa. Anche se tra riverberi, sovraincisioni e altri escamotages c'è da dire se la cava più che bene. (ci sarà poi da vedere cosa combinerà live, ma vabbè, son problemi suoi).

Insomma: se le reunion di gruppi che sembravano definitivamente defunti fossero tutte di questo stampo qui, ben vengano le reunion!


25 novembre 2012

primarie

Sono andato a votare per le primarie del centrosinistra.
È la prima volta che faccio una cosa del genere.
Mentre mi registravo, mentre ero in coda per votare e addirittura anche mentre votavo ho avuto la sensazione che fosse tutto inutile, perché so già che vincerà Bersani.

Ma sono andato lo stesso e ho votato Matteo Renzi.
L'ho fatto perché per la prima volta in vita mia mi sono sentito rappresentato da uno dei candidati e quindi mi sentivo motivato ad esprimere la mia preferenza.



20 novembre 2012

dei telefilm polizieschi e di The Wire

In principio fu Hill Street giorno e notte, telefilm poliziesco che si distaccava da tutti gli altri perché raccontava storie di strada, veraci e calate in una realtà scomoda. Il poliziotto buono ma beone; il capo del distretto separato e antipatico, ma retto e giusto; e soprattutto Mick, poliziotto infiltrato, tipo Serpico, cattivo fino al midollo ma che non poteva esimersi da lunghe telefonate sdolcinate con sua mamma.
In casa nostra fece breccia proprio per questo motivo. Dopo tutti i Derrick o strade di San Francisco, quello era avvincente, perché non sapevi se i buoni l'avrebbero spuntata. O addirittura se qualcuno moriva.

Poi fu la volta di The Shield. Penso che ancora adesso sia il più riuscito, tra questo tipo di telefilm polizieschi. C'era un po' di Vic Mackey in ognuno di noi: poliziotto corrotto e corruttore che però perseguiva un suo ideale di giustizia. Il suo Strike Team per me è leggenda.
Anche qui non potevi mai immaginare cosa sarebbe successo.

In questi giorni è il turno di The Wire, telefilm ambientato a Baltimora (la città con il più alto tasso di criminalità degli States, almeno così dicono).
Al momento ne ho visto due intere stagioni. E la trovo appassionante per la pluralità degli interpreti e anche per la varietà delle azioni.
Ieri sera, in pieno trip, mi son visto tre puntate di fila, andando a dormire a un'ora indecente.
Il bello (e il brutto) delle serie che si scaric... ehm... che si comprano in DVD originali, volevo dire.

Tutto ciò anche per spiegare, ai profani, chi è il tizio che campeggia, da stamattina, nella header del blog.
Si chiama Omar ed è uno dei personaggi più divertenti della serie.

in foto: Mick, personaggio storico di Hill Street Giorno e Notte.

14 novembre 2012

20 minuti

20 minuti: tanto dura il tragitto tra casa e l'ufficio.
Dopo la corsa per portare in tempo Anita a scuola, è il mio momento di relax "lucido", senza i residui della giornata appiccicati addosso.
L'aria frizzantina dell'autunno mi pizzica la faccia e stimola i pensieri quelli più di ampio raggio.
Sono i miei 20 minuti di deserto. Senza fretta, perché, anche andando piano comunque arrivo in ufficio in anticipo.

Penso molto e riesco ad analizzare le cose con lucidità.
Alcune di queste cose sarebbero anche meritevoli di essere scritte con calma e condivise con voi pochi lettori di questo blog. Un po' perché sono cose a cui tengo e un po' perché mi piacerebbe sentire l'opinione di chi ha voglia di commentare.
Mi manca solo una app che trasmetta dal mio cervello direttamente all'iPhone.
Qualcuno si sbrighi a inventarla, o altrimenti questo blog sarà sempre poco aggiornato.
C'è qualche ingegnere illuminato tra di voi?

in foto: un angolo assai poco "metropolitano" di viale Tunisia, dove passo tutte le mattine.

07 novembre 2012

un po' di ottimismo

Tra ritmi di lavoro massacranti e le solite (anche se poche) sane tensioni della vita di padre, almeno oggi, c'è un buon motivo per stare allegri. È la rielezione di Barack Obama.

Ripensiamoci un attimo: un uomo di pelle nera, semisconosciuto fino a 4 anni fa, che promette di aiutare i ceti più deboli e di smantellare poco per volta la strategia guerrafondaia americana.
Magari non si può parlare di miracolo, ma certo è una bella iniezione di fiducia.



29 ottobre 2012

Rival Sons in concerto

Sabato sera ho visto i Rival Sons in concerto, ai Magazzini Generali.
Show breve ma intenso, come piace a me. Hanno cominciato alle 20,30 (sì, sì, avete letto bene; non ho sbagliato a scrivere l'orario) e finito verso le 22,10.
Penso sia dovuto al fatto che ai Magazzini di solito dalle 23,00 in poi si balla. Quindi ci dev'essere il tempo di far sloggiare band e pubblico per poi ricominciare.

Mi piace questa formula del concerto che inizia presto.
Un po' perché non ho più il fisico per fare tardi, un po' perché veramente mi sembra assurdo dover aspettare le 23,00 per un concerto. Per quale motivo razionale bisogna farlo?
Se qualcuno lo sa lo dica, io non lo capisco.

Comunque: concerto molto bello.
Jay Buchanan vero animale da palco. Canta, si muove trascinato dalla musica come un Jim Morrison strafatto, ma soprattutto ha "quella voce lì" anche dal vivo.
Band precisa come un metronomo, con menzione speciale Mike Miley (batteria) per la simpatia.

Una cosa mi colpisce ogni volta che una band straniera suona in Italia: rimangono sempre tutti folgorati dal calore e dalla partecipazione del pubblico.
Alla fine sono venuti lì davanti, come se lo spettacolo fossimo noi e ci stringevano le mani.
Boh! magari han fatto così anche in Svizzera, ma dal loro atteggiamento non sembrava proprio.


che dite? ero abbastanza vicino al palco?

26 ottobre 2012

verso il 14 novembre

Succede che ti informi sempre e cerchi musica nuova.
Succede che trovi cose interessanti e pensi che tutto sommato ogni anno c'è sempre qualcosa di buono da ascoltare. O forse è più che buono.
Succede che tuoni contro tutti i vari "il rock è morto" o "negli anni 90 sì che c'era buona musica".
Succede che le reunion sono la tomba dell'amore.
Succede che cerchi sempre di trovare qualche giovane che ti sembri meritevole di essere seguito con passione.

Poi arrivano delle vecchie canaglie, che distruggono ogni tua certezza e rimani lì basito a pensare "certo che con loro è tutto un altro andare".
 
 

17 ottobre 2012

che stai a di'?

Anita ha una compagna di scuola cui è affezionatissima.
Si chiama Matilde, e si è trasferita da Roma a Milano durante l'estate.
La mamma era terrorizzata all'idea che entrasse in una classe dove si conoscevano tutti tranne lei.
Ma anche Anita non conosceva nessuno e si sono trovate vicine di banco. Così hanno iniziato a fare amicizia.

Matilde è molto vivace. Direi quasi iperagitata. Anita le sta dietro e si divertono come matte.
L'unico problema, e l'avrete capito dal titolo del post, è sentirsi apostrofare da una bambina di 6 anni con frasi tipo "papà, che stai a fa'?"
Sembra di far parte di una puntata dei Cesaroni.


12 ottobre 2012

indovina la citazione - 24

Film culto.
Indovinarlo al sesto indizio è troppo facile.


01 - I tempi di reazione sono importanti quindi ti prego, fai attenzione, devi rispondere rapidamente.

02 - "Tremito? Anch'io. Ce l'ho di brutto. Fa parte del business."
 "Io non sono nel business... Io sono il business."

03 - "Più umano dell'umano" è il nostro slogan.

04 - Dai, non fare lo stronzo, Deckard. Ho quattro lavori in pelle in giro per la città.

05 - Ho fatto delle cose discutibili. Cose per cui il Dio della biomeccanica non ti farebbe entrare in paradiso.

06 - Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione... e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire.

09 ottobre 2012

biscotti senza uovo

Sabato ero a casa con la povera Elenina, costretta tra le mura domestiche da una convalescenza. Non sapevo bene cosa farle fare, così ho pensato di farla giocare con le formine.
Devo dire che la ragazza si è dimostrata particolarmente abile sia nello stendere la pasta, sia nel fare i biscotti con gli stampini. Alla fine le sembrava normale avere ottenuto dei biscotti buoni, cose che per me, invece, è stato un successo straordinario.

Elenina in azione


cosa vi serve
1 leccarda
1 forno
1 ciotola
1 mattarello
gli stampini per i biscotti
della carta forno

ingredienti
200 gr di farina
50 gr di farina di riso
50 ml di olio di semi
80 gr di zucchero
80 ml di latte
1 cucchiaio di miele
1/2 bustina di lievito
1 bustina di vanillina
un po' di sale (se piace)

realizzazione
1 - Impastate tutti gli ingredienti dentro la ciotola, fino ad ottenere un composto omogeneo e morbido. 2 - Con il mattarello, stendete la pasta su un piano infarinato, fino a ottenere uno strato dello spessore di circa 1 centimetro.
3 - Prendete degli stampini e dividete il composto in tanti biscotti.
4 - Posizionare i biscotti sulla leccarda, coperta con la carta da forno.
5 - Infornate e lasciateli dentro il forno caldo per circa 8 minuti a una temperatura di 180°C.

il (sorprendente) risultato finale

04 ottobre 2012

the 2nd law

Difficile parlare del nuovo album dei Muse. Da una parte ci sono le aspettative nei confronti di uno dei dischi più attesi dell'anno; dall'altra quella sorta di fanatismo che ti fa digerire anche una scoreggia, se fatta dal tuo cantante preferito.
Come spesso mi accade, io sono in mezzo: non sono loro fan, però mi piacciono parecchio. Cercherò di essere più obiettivo possibile.
Passiamo all'ascolto.


L'album parte con "Supremacy", un brano estremamente "Bellamy style": etmosfere epiche, ampio respiro e musica in crescendo. E quindi, almeno per i primi 5 minuti, sono i Muse che conosciamo.

Con "Madness", primo singolo estratto dall'album, si comincia a intravedere qualcosa di diverso. La canzone che ha fatto storcere il naso a più di un fan, effettivamente ha una base elettronica da Depeche Mode e cori da Queen. Insomma, se siete tra quelli che auspicano un ritorno a "Origin of Simmetry", questi non sono i Muse che fanno per voi. A me, comunque, piace molto.

"Panic Station" sembra un brano di David Bowie: un funkettone elettronico con batteria basica ed arrangiamenti dei più svariegati (sezione fiati campionata?). Non mi fa proprio impazzire.

Siamo a "Prelude + Survival": qua Bellamy dà sfogo a tutti i suoi progetti di magnificenza operistica. Già dall'apertura si capisce che luilì ascolta musica classica, e non mi stupirei se un giorno o l'altro volesse scrivere una sinfonia. Certo che la finezza e la ricercatezza di Beethoven sono lontane. Ma comunque noi qua apprezziamo i tentativi, anche se un po' tamarri e autocelebrativi.

Con il trittico "Follow Me", "Animals" ed "Explorers" si torna a quelle atmosfere intime e malinconiche alla Muse, come nelle canzoni più struggenti di "Absolution". Sarà il periodo della mia vita, non lo so, ma a me queste canzoni piacciono così tanto da mandarmi quasi alle lacrime.

Anche "Big Freeze" sembra uscita "Absolution". E se consideriamo che è il mio disco preferito della band inglese, tiratene voi le conclusioni. La voce di Bellamy in questo brano raggiunge una tecnica e un'intensità emotiva a cui mi sembra non sia mai arrivata prima.

L'inizio di "Save Me" invece è quasi scioccante: di chi è questa voce? Beh, io lo so e forse lo sapete anche voi: Chris Wolstenholme, il bassista, ha rotto l'egemonia bellamyesca di autore e ha composto ben due brani per questo album. E li canta pure.
Il primo è appunto "Save Me", canzone carina, ma non molto di più.
Il secondo è la successiva "Liquid State", che risente maggiormente dell'esperienza Muse da parte di Wolstenholme. Non dico che sembra scritta da Bellamy, ma siamo lì lì.

Gli ultimi due pezzi del cd sembrano rispondere a un unico comune denominatore: prove tecniche di colonna sonora.
"The 2nd Law- Unsustainable", brano che compariva in un filmato/anteprima del disco - e che ha scatenato le ire dei fan storici della band -  sembra essere stata scritta per un film tipo Iron Man, vista la massiccia presenza di componenti elettronici.
La seguente "The 2nd Law- Isolated System", invece, è un brano molto più tranquillo e di ampio respiro, ma pur sempre brano strumentale, adatto a quei filmati tipo "Koyaanisqatsi".

Tanto per cercare di dare un senso a tutte le minchiate che ho scritto sopra, cerchiamo di riordinare le idee. È sicuramente un disco di buona fattura, come i Muse ci hanno abituato.
Penso che ci sarà la solita pioggia di fan delusi che li preferivano prima e che urleranno al sacrilegio perché il disco non risponde alle loro aspettative.

Ma a voi, signori Muse, che cazzo ve frega? Andate per la vostra strada e uscite pure dal seminato, che fate benissimo!
Detto questo, a me piace.

01 ottobre 2012

partito

È rimasto lì, immobile nella libreria, ancora fasciato nel suo cellophane, ad aspettarmi.
Per anni e anni. Non siamo sulla decina d'anni, ma ci andiamo vicino.
Ieri sera mi sono deciso, ho strappato la plastica e ho iniziato il primo libro.
Non so se riuscirò mai a finirlo.


28 settembre 2012

modello

Da oggi avete una ragione in più per farvi due sane risate: farò il modello.
Sì, sì, avete capito bene: proprio il modello.
Ma roba che mi metto mezzo biotto e mi riprendono con una telecamera, con tanto di troupe, costumista e tutto.
Cioè, stiamo parlando di una produzione pubblicitaria di migliaia di euro.
E il modello sono io.

Lo so, lo so, siete lì che vi state chiedendo "dov'è la gabola? com'è possibile abbiano scelto lui come modello?".
La questione è molto semplice: serve un cinquantenne in forma.
Io sono un quarantenne fuori forma, ma come cinquantenne vado benissimo!

E non crediate di potermi riconoscere, per prendermi in giro, perché in viso non mi si vede.
Anche perché altrimenti non l'avrei fatto. Non per questioni ideologiche, eh!
Ma perché non mi avrebbero mai preso. Di viso sono ancora un ragazzino.
O quasi.



hey, questo qua sopra non sono io, eh!

23 settembre 2012

poetessa

Elena, uscendo dal bagno: "Papà, ho fatto un legnetto dal sedere".
(un modo un po' originale per dire "ho fatto la cacca")


20 settembre 2012

nel caos della regione Lazio

Parlo poco volentieri di politica su questo blog.
Non che non mi interessi, eh! Solo che c'è gente che ne sa molto più di me e ne scrive molto meglio di me, quindi spesso evito il discorso in toto.
Oggi farò solo un accenno alla politica, per parlare in realtà di un'attitudine che mi fa arrabbiare come poche altre.

Da qualche giorno si è sollevato un polverone pazzesco sulla regione Lazio e sulla sua scellerata gestione delle risorse economiche: pranzi pantagruelici, auto blu (alcuni addirittura ce ne hanno due) e festini vari, tutto a spese dei contribuenti.

A parte che questa gente sarebbe da prendere a calci in culo da Roma fino alla Sicilia e poi imbarcarli su una nave e mandarli a guadagnarsi da vivere in un altro paese, vorrei soffermarmi in particolare su uno di loro.
Uno che, accusato, sostiene che - per amor di dio - lui festini non ne ha mai visti e non ci ha mai partecipato. Peccato che poi spuntino delle foto che invece lo ritraggono vestito da Ulisse in un mega party organizzato proprio da lui.

Ora: che lui sia innocente o colpevole non me ne frega niente. Se l'ha pagato di tasca sua o ha rubato i soldi a suo fratello non sono cose che mi competono.
Quello che mi fa incazzare come una bestia è sentirsi presi per il culo: "Festini io? non sia mai!". E poi non è che ne aveva partecipato a uno solo, magari controvoglia, trascinato da un collega.
No, ne aveva organizzato uno lui in grande stile!
Ma questa gente la vergogna proprio non sa che cosa sia.

Ecco, a lui e a tutti quelli come lui io farei mangiare un bel piatto di merda fumante.
Consentitemi una piccola legge del contrappasso: hai detto una caterva di cagate non vere sostenendole, quasi offeso? Adesso te le rimangi tutte.
Tutto questo dopo i calci in culo, ovviamente.
Quelli sono a prescindere.

19 settembre 2012

fuori uno


Ricordo ancora la fatidica domanda che si poneva Richard Bach, dopo che "Il Gabbiano Jonathan Livingstone" era diventato un best seller mondiale: che cosa dopo "il gabbiano"?
Cosa fare dopo che hai scritto qualcosa che meglio di quella non ti riuscirà niente?

Nel 2004 i Green Day incisero "American Idiot", che sembrava essere la loro opera definitiva.
Poi, miracolosamente, nel 2009 con "21st century breakdown" sono riusciti a fare un disco all'altezza del precedente. Qualcuno (o forse solo io) dice che addirittura fosse meglio.
E poi? Beh, poi è difficile. Dopo aver pubblicato due masterpieces è molto difficile.


Eccoli quindi di nuovo alla ribalta con un'altra novità: un disco triplo, o forse sarebbe meglio dire tre dischi dalle uscite consecutive, dai titoli fin troppo semplici di "Uno!" "Dos!" e "Tre!".
Parlando con l'amico Samuele, che si informa più di me sulle vicende musicali, vengo a sapere che "nel primo ci sono pezzi alla dookie/insomniac, nel secondo alla foxboro hottubes e nel terzo alla american idiot/21st".

Ed effettivamente, appena parte "Nuclear family", prima traccia di "Uno!" l'impressione è quella di scivolare indietro di vent'anni nella storia della band californiana.
Il disco è composto da una serie di bei pezzi sufficientemente "tirati", dove le uniche due canzoni che stonano sono "Oh Love" (la più brutta del cd) e "Kill the Dj", i due pezzi scelti come singoli.
Misteri dell'industria discografica.

In sunto, comunque è un disco carino, un po' leggero. Classico spartiacque che deluderà i fan e piacerà a chi invece si aspetta poco o nulla. Perché loro - lo sappiamo bene - sono bravi.
Sono sempre le aspettative che fregano.


18 settembre 2012

puro rock

Cos'è il rock, esattamente? Non lo so, però ci sono tante di quelle definizioni derivate da esso (indie rock, alt rock, progressive rock, ecc.) che la semplice parola "rock" mi catapulta indietro di decenni.
Evoca Hendrix, gli Stones, fa pensare a Woodstock.
E non esagero se dico che i Rival Sons sembrano usciti da quell'epoca.

Ne parlai già l'anno scorso, quando uscì "Pressure and Time", è vero.
E in linea di massima la loro linea melodica è la stessa, anche nel nuovo "Head Down".

Quello che c'è di differenza è che qua c'è una leggera vena progressive che spunta verso la fine del disco. Forse che forse i ragazzi cercano di dare una piccola evoluzione alla loro musica, pur rimanendo sempre nell'ambito della musica degli anni '70.
Inoltre ho trovato che la voce di Jay Buchanan sia migliorata rispetto all'album precedente.

Comunque sia, anche quest'anno ce li godiamo.
E tra un mesetto li vedo pure in concerto. Non vedo l'ora.

10 settembre 2012

si comincia

Primo giorno di scuola elementare per Anita.
Lei tranquillissima, un po' emozionata e molto contenta.
Io mi sento terribilmente vecchio.


09 settembre 2012

trifesta

Oggi abbiamo fatto la terza festa di compleanno di Anita.
Ne abbiamo fatta una a luglio, insieme alla mia famiglia (Stefano, il cuginetto compie gli anni a fine luglio).
Poi l'abbiamo ri-festeggiata il giorno giusto, che è il 4 agosto.
Peccato che fosse giorno di spostamento in Umbria, quindi il tutto si è ridotto a una torta e a dei bastoncini di magnesio.
Oggi, infine, quella con le compagne dell'asilo che da domani, in cui inizia la scuola elementare, non vedrà più o quasi, visto che è l'unica bambina della sua ex classe che farà il "modulo" (ovvero solo 2 pomeriggi alla settimana trascorsi a scuola).


in foto: Elena e Anita che giocano coi bastoncini di magnesio, il 4 agosto.
Loro non si vedono, ma vi assicuro che ci sono.

07 settembre 2012

disamoramento

Ogni anno che passa seguo sempre di meno il calcio. Come se non bastasse la pletora di impegni a cui la mia vita di genitore mi sottopone, che è il deterrente principale di qualsiasi attività di svago, diversi fattori aumentano il distacco tra me e lo sport più popolare.

La prima, e più importante è che il calcio è diventato noioso.
Ci sono tre grandi squadre (Milan, Juve, Inter) che giocano un altro campionato rispetto a tutte le altre. Come una volta da bambino, se la tua squadra giocava in una serie minore, ti chiedevano "ma in serie A chi tifi?", così adesso puoi dire che parteggi per Genoa o Lazio o Parma e ragionevolemente uno potrebbe chiederti la stessa cosa.
Tre squadre che cannibalizzano tutti i media e il marketing (solo a Roma penso sia diverso). Basti pensare che in un negozio sportivo in Liguria ho trovato le tre maglie delle squadre sopra menzionate e non ho trovato ne' quella del Genoa ne' quella della Sampdoria. Tanto per darvi un'idea.

Inoltre sono tre squadre che dispongono di un budget nettamente superiore rispetto alle altre. Per cui, se il Genoa (mia squadra del cuore) ha un giocatore che gioca bene, siamo quasi certi che a Gennaio sarà acquistato da una delle "big" (se già non ne è proprietaria, sia chiaro). Una volta si aveva almeno la decenza di arrivare a fine stagione; adesso non più (basti pensare al "caso Samp" di due anni fa: squadra di metà classifica, con ambizione europee; a Gennaio hanno venduto Cassano al Milan e Pazzini all'Inter e sono retrocessi in B).

Tutto questo per farvi capire che finché c'è Juve-Inter si parla di un tipo di calcio. Quando c'è Catania-Pescara invece che c'è da vedere? Partite di una noia mortale. Due anni fa sono andato insieme a mio cognato a vedere Genoa-Livorno allo stadio: se mi portavo la settimana enigmistica era meglio.

Considerate inoltre che a maggio ho letto "Nel fango del dio pallone", un libro che fa crollare gli entusiasmi del più sfegatato dei tifosi.

Ma uno spiraglio c'è.
C'è ancora un motivo che la domenica sera mi porta a sbirciare i risultati.
C'è ancora un ultimo lumicino di speranza, che potrebbe dare un senso a questo sport.

Lui:


04 settembre 2012

genio e regolatezza

La cosa che mi fa amare tantissimo Newton Faulkner è che, nonostante lui sia un chitarrista con un talento fuori dal comune, non intride i suoi dischi di virtuosismi inascoltabili.
Per cui, nel suo terzo disco "Write it on your Skin", così come nei due precedenti, potete ascoltare della musica folk/rock di ottima fattura, scritta da un uomo che fortunatamente non ha fatto del suo talento la sua schiavitù.

Eppoi lui è un tipo simpatico. Lo vedo anche da quello che scrive sulla sua pagina Facebook, per quello che può valere.



30 agosto 2012

hot cakes

Il nuovo disco dei Darkness è una bomba.
Per chi non si è mai interessato troppo alla storia della band inglese, bisogna sapere che sono passati 7 anni dal precedente "One way ticket to Hell... and back" (che mi piacque).
Sette anni in cui è successo un po' di tutto: prima si sono sciolti a causa di problemi - dicono - di droga di Justin Hawkins (frontman e cantante del gruppo); poi dalle ceneri sono nate nuove band; intanto Justin, una volta riabilitato, ha tentato la carriera solista.

Insomma, quel che ci importa è che adesso siano tornati.
O meglio: a me importa, visto che sono stato un loro (seppur tiepido) fan.
E se voi che state leggendo siete stati fan come me, o anche solo li ascoltavate e vi piaciucchiavano, beh, allora non perdetevi questo disco.



Gli elementi portanti sono gli stessi di prima: un discreto hard rock, con una strizzatina d'occhio al pop, bei riff di chitarra (in un paio di brani l'incipit sembra opera degli AC/DC) e soprattutto la presenza eclettica di Justin Hawkins e del suo falsetto che fa sembrare sempre tutto un gioco.
In effetti è questo che mi è sempre piaciuto dei Darkness: mi divertono.

E se fino a qua ancora non vi ho incuriosito, sappiate che nel disco c'è pure spazio per una bellissima versione di "Street Spirit (fade out)" dei Radiohead e nell'ultima traccia "Cannonball" (forse la mia canzone preferita insieme a "with a Woman") compare nientepopodimenoche Ian Anderson, leader dei Jethro Tull, col suo flauto magico.

E per chi non li conoscesse, guardatevi il video, appena uscito, del secondo singolo estratto dall'album. Dice molto della band.


28 agosto 2012

di me e dei miei segnali di senilità precoce

Tornando dalle ferie ho una certezza: sto invecchiando.
No, non è perché non ho più il fisico per le nottate; non è neanche per i capelli bianchi; e neanche perché mi metto in riva al mare, con i piedi a mollo, dicendo "ai miei tempi..."
Sono tutte cose che non mi appartengono. Vabbè, a parte i (pochi) capelli bianchi che hanno già fatto capolino ai lati del mio cranio.

La mia deduzione si basa principalmente su due elementi.

Il primo è l'insonnia.
Cioè: ho sempre sofferto di insonnia, ma la cosa inizia a farsi seria, perché ormai non riesco a dormire se non in condizioni superfavorevoli.
La notte tra il 14 e il 15 agosto per esempio, l'abbiamo passata in tenda, a Lurisia, nel prato davanti alla casa di mia cugina Federica e di suo marito Bruno. Era tale il disagio nel dormire in 4 nella stessa tenda, con sistemazioni di fortuna (non avevamo ne' sacchi a pelo, ne' i materassini da mettere sotto) che la mia insonnia a un certo punto si è trasformata in una sorta di claustrofobia. Mi sembrava di impazzire.
Ho dovuto uscire dalla tenda un paio di volte, da quanto il nervosismo mi stava lacerando.

Quando - verso le 4 - ormai avevo perso ogni speranza di addormentarmi e mi sono rassegnato a passare la notte osservando le mie tre donzelle dormire, finalmente Morfeo mi ha accolto tra le sue braccia.
Ah, direte voi, ma allora è solo una questione di testa!
Grazie, lo so anch'io. Ma, come viene detto nel film "Le conseguenze dell'amore" di Sorrentino, "chi soffre d'insonnia ha un'unica ossessione: addormentarsi."
E vi assicuro che questa ossessione è in grado di portarvi a vette incredibili. E indesiderate, ovviamente.

Il secondo elemento, invece, è la solitudine
D'estate passo alcune settimane da solo, raggiungendo la famiglia al mare solo nei weekend. I primi anni in cui godevo di questa libertà non avevo una serata libera: programmavo con largo anticipo partite a calcetto, cinema e serate con gli amici.
Ultimamente invece voglio unicamente stare da solo. Sarà per la stanchezza, chissà. Però voglio stare da solo. E passo le mie serate in casa, magari guardando un film o qualche serie tv (in questi giorni sono presissimo da Games of Thrones).
Ed è una cosa che "non è da me".

Se poi consideriamo che solitamente con l'età si peggiora, beh, mi immagino che da ora in avanti sarà sempre più così.
Riguardo all'insonnia, invece, ho abbandonato le speranze di tornare "normale" già da tempo.


in foto: Elena mentre dorme beata in tenda. Almeno lei.

02 agosto 2012

è il 2 agosto e tutto va bene

Sembra incredibile: domani sera parto per le ferie e sono tranquillo.
Solitamente 2/3 giorni prima delle ferie mi verrebbe voglia di rimandare la partenza di una settimana, da quante cose ho da fare; invece quest'anno sono tranquillo.

Che non vuol dire che non ho niente da fare, eh! Ho detto che sono tranquillo.
Il mio bell'elenco - che una volta appuntavo su carta ma che ho perso troppe volte, quindi adesso me lo scrivo sull'aifòun - ce l'ho comunque ed è ben nutrito.

Quasi pronto per la partenza. Quasi.


30 luglio 2012

il best seller che non t'aspetti

È successo che mia zia Paola, un paio di anni fa, mi prestò il libro "L'ombra del vento" di Carlos Ruiz Zafon. Ma io lo lasciai lì, nella pila dei da leggere.
Non per snobberia, sia chiaro. È che tra i libri che compri tu e quelli che ti consigliano gli altri, quando sei lì che devi scegliere il tuo prossimo compagno di viaggio, finisci sempre per preferire i primi.

Insomma: 'sto libro è rimasto lì a prender polvere per un paio d'anni. Poi, un mesetto fa, durante un giro in libreria, vedo che è lì, nella parete dei libri più venduti, insieme a tutte le nuove uscite.
Penso che non sia possibile, che forse mi sbaglio io.

Vado a casa ed ho la conferma: è proprio lui. A questo punto la curiosità è tanta. Scopro che il libro è stato pubblicato nel 2001 in Spagna e nel 2002 in Italia, ma che fino a poco tempo fa non se l'è filato nessuno (tranne mia zia, of course).

E così, appena terminato l'ultimo di Ammaniti, salto su "L'ombra del vento" e mi prende da subito. È proprio uno di quei libri coinvolgenti a tutto tondo: la storia è intrigante (un po' romanzo, un po' giallo, un po' di affetti e un po' di politica), i personaggi sono azzeccatissimi (su tutti uno straordinario Fermin Romero de Torres e una struggente Nuria Monfort) e la scrittura è molto scorrevole.

Insomma: se vi capita tra le mani, anche se ormai c'è sopra lo stampino "best seller" che contraddistingue libri-farsa come "Il Codice da Vinci", non fatevi trarre in inganno dalla vostra tendenza anticonformista: è un libro molto carino e una piacevole lettura.



13 luglio 2012

riciclo oggetti

Sono sempre stato a sostegna del riciclo di oggetti, di qualsiasi foggia e misura. Se una cosa non serve a te, può benissimo servire a qualcun'altro, n'est pas?
Da quando casa nostra è stata frequentata da bimbi, poi, la cosa si è fatta doppiamente necessaria. A parte il lato etico, ce n'è anche uno ingombrevole: seggioloni, tricicli, giochi e vestiti occupano spazio. Troppo spazio, per una famiglia moderna, che deve far stare tutto in 100mq (e cara grazie che abbiamo 100 mq con annessa cantina-ina-ina).

Insomma, in questi ultimi mesi abbiamo continuato la nostra opera di riassestamento della casa. Altri giri in discarica, altre pulizie e poi la grande esposizione universale: giochi, giochini e quant'altro lavati e lustrati per l'arrivo di amici con bimbi.
Siamo riusciti a sbolognare di tutto: seggiolone, cavalcabili (avete presente quei giochi tipo macchinina, che però ci stai a cavalcioni? ecco, quelli lì!), seggiolini auto più tonnellate di vestiti e di giochini.
Tutto di nascosto dalle bimbe, ovviamente. Da Elena, soprattutto, che non vuole più saperne di usare - per esempio - il seggiolone. Ma se qualcuno ci sale sopra, diventa improvvisamente l'oggetto intorno al quale ruota l'intero universo.
L'ultimo capitolo della saga è il seggiolino auto. La nostra gigantessa, è al suo terzo supporto di trasporto per la macchina. Anche nel passeggino non ci entra più. È proprio fuori misura.

Comunque, sarà l'età, sarà nonsocosa, fatto sta che questo disfarsi delle cose mi sta creando più d'una malinconia. Ed è strano, dal momento che io non sono un tipo nostalgico.
Probabilmente, il fatto che le due gnome stiano diventando grandi mi destabilizza un po'. E penso che non ci sia una prova più tangibile di un supporto che hai usato fin dalla tenera età che adesso sembra un gioco per le Barbie, in confronto alla stazza delle due bimbe.



05 luglio 2012

i wanna be a rockstar

Due concerti in 20 giorni. Non avrei mai creduto di realizzare uno score del genere, eppure è successo. Sì, occhei, avete ragione: uno era per l'Asilo e l'altro era un concertino di soli 6 brani, però, dai, non siate eccessivamente rigidi e lasciatemi cullare nel mio sogno di essere diventato una rockstar.

Ieri abbiamo fatto una piccola festa dell'ufficio, che ha raggiunto il suo clou nella nostra esibizione dal vivo. Sì, perché abbiamo scoperto che qua in ufficio abbiamo un batterista, un bassista, due chitarristi (di cui io, ovviamente, sono quello scarso) e un cantante vero, che è raro quanto trovare un portiere "vero" per il calcetto.

È anche stata l'occasione per inaugurare la nuova e bellissima chitarra che mi ha regalato Dalia per il mio compleanno. Devo dire che il battesimo è andato molto bene, soprattutto considerando le mie capacità.

Comunque è stato un bel concerto. Ci siamo divertiti molto. Forse dovuto anche al fatto che ho suonato dei brani che non fossero la Pimpa o le Winx.


Ecco il gruppo. Da sinistra: Andrea, Luca, Steven, Danilo ed io.

04 luglio 2012

elogio della Sardegna

Era già da qualche annetto che non andavo in Sardegna. Dalia, come noto a chi frequenta questo blog, va tutti gli anni con le bambine. Quest'anno sono andato anch'io per diversi motivi che non sto adesso ad elencare, anche perché penso che ve ne possa fregare una cippa.

A ritorno dalla mia settimana di vacanza sarda, c'è qualcosa che volevo scrivere qua, a mia personale memoria.
Innanzitutto che la Sardegna è meravigliosa. Certo, non è un pensiero originale, il mio; tanto più se si considera che la casa di famiglia dei Lucisano è in Costa Smeralda, vicino a Porto Rotondo.
Zona meravigliosa, è vero. Ma proprio per questo è stata cementificata a più non posso, sfruttata e violentata. E nonostante ciò, continua ad essere una meraviglia.
Sono partito da lì ieri mattina mentre spuntava l'alba e... vabbè, immaginatevi voi che spettacolo.

La seconda cosa che mi piace della Sardegna è che conserva ancora un'anima selvaggia. Nonostante, come dicevo prima, la (in)civilizzazione cui è stata sottoposta, la cosa meravigliosa è che in Sardegna c'è tantissimo da esplorare.
Arrampicarsi sulle rocce, cercare conchiglie, pescare i paguri o i pesciolini (che poi gli facciamo rimettere in mare): le bimbe quando sono lì sono matte di felicità, perché se c'è una cosa che manca a Celle Ligure (dove andiamo sia d'inverno che d'estate) è proprio questa parte avventurosa.
E quindi è bello vedere Anita ed Elena che si arrampicano ovunque e si atteggiano da novelle Lara Croft nell'affrontare le zona non ancora battute.



in foto: Elenina a spasso per il brullo paesaggio sardo. A piedi nudi, ovviamente, sennò come potrebbe infilarsi qualsiasi cosa sotto ai piedi?

23 giugno 2012

jonathan coe

Nella notte insonne, terminato "La pioggia prima che cada".
Bello, struggente, doloroso.
Un piccolo capolavoro.

Jonathan, non mi deludi (quasi) mai.


22 giugno 2012

Men's Hell

L'operazione Tyler Durden è naufragata, sotto i colpi insistenti del caldo soffocante e degli impegni lavorativi (uno dei quali a Parma; ve lo devo dire quanto e come ho mangiato a Parma o ve lo immaginate da soli?).

Insomma, non ho ripreso tutti i chili che avevo perso, ma ci siamo quasi. Ho consultato lo specchio e ho notato una certa rilassatezza, quasi una cricumnavigazione del punto vita, che alcuni chiamano impietosamente salsicciotti. No, dico: un nome più frustrante no?

Con apprensione ho cercato muliebri conferme, ottenendo un deludente "ma a me piaci così". Allora ho trascinato il problema con me in ufficio, dove gli uomini, pragmatici e spietati, mi consigliano di accettare l’ineluttabile e rotondo destino del post quarantenne. 

E allora eccomi qui, triste e dubbioso, a tre giorni dalla mia fatidica prova costume, davanti all’edicola; guardo di sfuggita, un po' vergnandomene, ben tre riviste tartarugate che mi spiegano come essere un vero uomo in forma e desiderato da donne strafighe che si ninfomanizzano al sol mio passaggio.

Le rimetto giù. Non servono. 
So già come far sparire la pancia in tre giorni: basta tirarla dentro trattenendo il respiro. 
E so benissimo da solo che con un po' di sport si migliora la forma fisica; non ho bisogno che me lo dicano i ricercatori della Salcazzo University.
E so anche come farla urlare in camera da letto: basta asciugarselo sulle tende dopo aver fatto all’ammmore.


21 giugno 2012

l'apocalissi dell'ammmore

Ma torniamo un po' a parlare di musica.
Il signor Slash sembra stia vivendo una seconda giovinezza. Dopo aver raggiunto la fama (e che fama!) con i Guns 'n' Roses, sembrava ormai l'ombra di se stesso. 
Certo: ha fatto collaborazioni con molto artisti e fondati pure un paio di gruppi, di cui sinceramente, così a naso non ricordo neanche il nome. Ma ormai sembrava perso.

Da quando l'altr'anno ha fatto uscire il suo primo disco solista, invece, la verve compositiva sembra essere tornata a scorrere nella sua testa e sul manico della sua chitarra.
E poi - fui preveggente! - si è lasciato convicere e utilizza solo Myles Kennedy come cantante.
Il riusltato qual è? Metto su il disco e parte un wah-wah che già mi piace. Poi entra la voce di Kennedy, che mi fa impazzire di suo. Insomma: sono passati trenta secondi e 'sto disco già mi dipinge un sorriso ebete, da orecchio a orecchio. 
È che a me la musica tamarra piace, c'è poco da fare. E qua di tamarraggine ce n'è a vendere.

Molti pezzi sono hard rock, in stile americano. Infatti, a partire dalla title track, ci sono un bel po' di brani come One Last Thrill, You're a Lie (primo singolo estratto) o Hard & Fast che costringono il metronomo a fare gli straordinari.
Il tutto intervallato con qualche mid-temo e poche (per fortuna) ballad.
Insomma, il disco nom brilla per originalità, ne' tentomeno riesce a ripetere i fasti del disco d'esordio, però si lascia ascoltare volentieri. Come già detto per altri dischi, skippando le ballad, è un ottimo sottofondo per fare palestra o una bella corsetta al parco.



15 giugno 2012

festa carabelli

Oggi c'è stato lo spettacolo estivo della Scuola Materna Carabelli. Come sempre il pubblico era in delirio. Abbiamo trattenuto a stento i fan. È stata dura ma ce l'abbiamo fatta.

11 giugno 2012

essenziale

Togliere, levare, scartare, arrivare all'osso.
Il diktat che ho preso già da tempo necessita di decisioni più drastiche e repentine.
Abbiamo (ho?) troppi strati inutili. Ho bisogno di poco.
Anzi, meno.

 

04 giugno 2012

maledetti frònscési!

In realtà quest post si dovrebbe chiamare una cosa tipo "la giornata mondiale delle famiglie" o "il papa a Milano", ma non ho resistito alla tentazione di dire una minchiata e così l'ho chiamato in un modo che mi faccia ridere.
(e con questo abbiamo chiarito, per quei pochi che non se n'erano accorti, la scarsissima affidabilità giornalistico/lessicale dell'autore del blog).

Allora, stavamo dicendo: durante il w/end appena trascorso c'era l'incontro mondiale delle famiglie proprio nella nostra a Milano. Che poi le famiglie sarebbe sottointeso che debbano essere cattoliche, visto che si tratta di una festa di stampo cristiano, però - per fortuna - non c'è scritto, sennò sai che casino!

Quindi, ricominciamo: c'era l'incontro mondiale delle famiglie e noi, che sì, siamo cattolici e pure praticanti, però non è che siamo proprio il ritratto della famiglia come vorrebbe il cliché, abbiamo partecipato come meglio sappiamo fare, ovvero dando la ns disponbilità per le questioni pratiche e disertando tutti gli incontri a tema religioso. Quindi niente incontri tipo messa papale, ma abbiamo ospitato volentieri una famiglia francese per tre giorni/due notti.

Non li abbiamo solo ospitati a dormire, eh! Li abbiamo anche accompagnati in centro, aiutati nelle organizzazioni, etcetera. E tutto sommato è stato anche abbastanza divertente. Poi, vabbè, un salto in Piazza Duomo per vedere il Papa l'abbiamo fatto anche noi, se non altro per pura curiosità nei confronti di un evento di portata mondiale; e che per di più si svolgeva a due passi da casa nostra.

E devo dire che l'atmosfera in questo tipo di eventi è sempre carica di positività. C'è un sacco di gente che suona, canta, fa casino, tutti allegri. È un piacere far respirare alle bambine un po' di quest'aria di festa. Mette in circolo delle energie positive, che ci vogliono sempre.

30 maggio 2012

nel fango del dio pallone

In diversi mi avevano consigliato la lettura di "Nel fango del dio pallone", non ultimo l'amico Monty. Avevo sempre rimandato, non so perché.

Due gli elementi scatenanti che mi hanno convinto: uno è la morte dell'autore, per malattie probabilmente derivate dallo spropositato uso di doping; secondo è perché in questi giorni sta scoppiando l'ennesimo scandalo delle partite truccate (o del Totonero, come si chiamava una volta). E così ieri sera mi sono deciso e in una botta l'ho cominciato e finito.

Sì, perché quello che forse non sapete è che questo libro non è un libro-inchiesta. È un'autobiografia scritta in maniera così basilare e così trasparente che è come sentire un amico che parla. E quando un amico parla, specialmente se ti racconta cose sconvolgenti, lo stai a sentire finché non finisce, è chiaro.
A questo unite anche una sorta di amarcord, dato dal fatto che molti dei giocatori di cui si parla, me li ricordo nei miei album di figurine degli anni 70.

Vabbè, facendola breve: il libro va letto sicuramente.
Sia dal punto di vista umano, perché parla di un uomo che aveva tutto e poi non aveva più niente. Ma anche dal punto di vista sportivo, perché ci si rende conto che se il mondo del calcio era così trent'anni fa, figuriamoci adesso.
C'è solo il grosso rischio di disamorarsi di questo sport.
Dal canto mio, non so se riuscirò più a vedere una "papera" di un portiere senza pensare che l'abbia fatto apposta.



25 maggio 2012

quasi una vita

Vent'anni. Praticamente una vita.

Era il 25 maggio 1992 e fu la prima volta che io e Dalia (allora una delle mie migliori amiche) facemmo il passo. Passare da un'amicizia a una relazione non è cosa semplice.
Ma ricordo benissimo come oramai nella mia testa avevo maturato l'idea che potesse essere lei la donna giusta per me. Certo, potevo benissimo sbagliarmi. Ventidue anni non è sicuramente l'età delle scelte sicure al 100%.

Però, dopo lunga mia insistenza (e quando mai s'è vista una donna che insiste per stare con me? impossibile, n'est pas?) la ragazza cedette e da lì cominciò tutto.

Ma quello che fa impressione adesso sono i vent'anni. Ven'anni.
Quasi una vita fa. Dopo vent'anni insieme non sei più una coppia. Sei un essere unico.



"Quando saremo due saremo veglia e sonno,
affonderemo nella stessa polpa
come il dente di latte e il suo secondo,
saremo due come sono le acque, le dolci e le salate,
come i cieli, del giorno e della notte,
due come sono i piedi, gli occhi, i reni,
come i tempi del battito
i colpi del respiro.

Quando saremo due non avremo metà
saremo un due che non si può dividere con niente.
Quando saremo due, nessuno sarà uno,
uno sarà l'uguale di nessuno
e l'unità consisterà nel due.
Quando saremo due
cambierà nome pure l'universo
diventerà diverso."

Erri De Luca

14 maggio 2012

festa

Domenica mattina, c'è la comunione di Carolina (cuginetta di Anita e Elena). Siamo a messa.
Abbiamo detto alle gnome che, dopo la messa, ci sarà una festa per festeggiare Carolina.

A un certo punto parte l'Alleluia cantato: "la nostra festa non deve finire, non deve finire e non finirà"
Elena guarda Dalia e le dice: "per forza che la festa non finisce, non abbiamo ancora mangiato la torta!"

11 maggio 2012

operazione Tyler Durden - 02

Questa settimana sono stato bravissimissimo.
Ho intrapreso una linea non troppo dura, ma decisa: ogni giorno devo fare dello sport.
Anche poco, ma devo farlo.

Tanto per dire:
sia sabato che domenica scorsa, al mare in Liguria, ho fatto una corsa di 40 minuti each
lunedì sera calcetto
martedì palestra
mercoledì andata e ritorno casa-ufficio in bicicletta (30 minuti each)
giovedì sono andato a correre al Forlanini alle 7,00 di mattina (eroico!)
venerdì (oggi) palestra

Se continuo così sono un idolo.
Se non muoio prima, ovviamente.

09 maggio 2012

il ritorno dei CR

Ci sono dischi che ci metto un po' a digerire.
Faccio un esempio: quello nuovo degli Afterhours è proprio ostico. Sono arrivato al secondo ascolto e non riesco a farmelo piacere. L'amico Samuele mi dice che dopo il 5° ascolto entra nelle preferenze.
Però io non so se c'ho voglia di ascoltarlo 5 volte. Mi pesa proprio.

Discorso diverso per il nuovo disco dei Casinò Royale che è uscito ad autunno, quindi questa è una recensione assai tardiva. (Non è neanche una recensione, ma vabbè, andiamo avanti.)

Dicevo: anche "Io e la mia Ombra" ci ho messo un po' a digerirlo. Però non mi risultava ostico, anzi: mi ritrovavo a canticchiare le canzoni di un album che, almeno all'inizio, non mi piaceva granché. O almeno non nella sua integrità. Forse per gli echi pop di alcune tracce, chissà. Poi il disco è cresciuto con gli ascolti e anche i pezzi più deboli - o forse semplicemente i meno orecchiabili - hanno iniziato a piacermi.

Una cosa vorrei evidenziare: i Casino Royale sono radicati in Milano e - per me che ci vivo - i loro suoni ma soprattutto i loro testi parlano di una città dalle mille sfacettature, considerata la più europea d'Italia, ma al tempo stesso una città molto provinciale. Insomma: sono il gruppo che meglio rappresentava questa città ai tempi di CRX e - nonostante la latitanza - il binomio è tutt'ora più che valido.

Devo dirvi qualcos'altro o l'avete capito da soli che 'sto disco mi piace un casino?



08 maggio 2012

nonsense

Elena: "Papà, Anita mi ha fatto 6 linguacce"
Anita: "Non è vero, te ne ho fatto solo 7".


07 maggio 2012

giacomo bianco

Non sono mai stato un grande fan dei White Stripes, ne' dei The Dead Weather, ne' dei Raconteurs, però quando ho saputo dell'uscita di un disco solista di Jack White, mi si sono rizzate le antenne.
Parliamoci chiaro: quest'uomo ha un talento decisamente fuori dal comune. Poi possono piacere certe cose più che altre, ma per me è indubbio che quello che ha fatto come autore, batterista, chitarrista e anche come produttore è qualcosa che raramente si trova in un ragazzo così giovane.

Insomma stavo dicendo: ero molto cuorioso di sentire l'esordio solista di un artista così prolifico. Cioè, certi dischi vanno ascoltati quanto meno per una sorta di rispetto.
Non avevo aspettative nei confronti del disco perché - come detto - quest'uomo ha fatto così tante cose e così diverse tra loro che non sapevo da che parte pendesse l'ago della bilancia.
Cioè, Jack, tu - sì proprio tu, Jack - che cosa vuoi fare della tua vita, musicalmente parlando?

Beh, la risposta dentro a questo disco è: tutto. Voglio fare tutto. E non rinnego niente.
Sì, perché il disco è quanto meno eterogeneo: blues, folk, rock, indie, ballad. C'è un po' di tutto, insomma. Basta vedere i primi due singoli, "Love Interruption" e "Sixteen Saltines", che forse corrispondono agli antipodi delle scelte musicali che Jack White ha operato per completare la scaletta della sua opera.

Comunque un disco che si mertita un bel 7/10 in pagella.
Lo conferma il fatto che da un paio di settimane è in heavy rotation nelle mie orecchie.


03 maggio 2012

reclusi dalla pioggia

Si prospettava un bel ponte da sabato a martedì compreso.
E si pensava giustamente a cosa fare, a dove andare. E invece niente: siamo stati a casa.
Che poi non so se chi sta leggendo ha dei figli, ma anche se così non fosse vi posso dire una cosa io: con due bambine (o bambini che siano, anzi se sono maschi forse è peggio), chiuse in casa si rischia l'autocombustione da rincoglionimento.

Ma noi non ci siamo fatti scoraggiare e, visto che la pioggia imperversava su tutto il nord Italia, abbiamo deciso di rimanere a Milano. A fare cosa?
Avete presente quel mobile che avete sul terrazzo che primo o poi dovete buttare via? e fare ordine nei cassetti? e cambiare le sedie? e i giri in discarica? e - perché no - finire il libro di Palahniuk?

Ecco, questi quattro giorni li abbiamo trascorsi così. Per poi accorgersi che c'erano ancora alcune cose da fare. Sì perché in casa propria le cose da sistemare non finiscono mai.
E non abbiamo neanche minimamente pensato alla cantina, che è - a parte biciclette e albero di Natale - praticamente immutata dal giorno in cui ci siamo trasferiti. Li si rischia veramente di venire risucchiati.

Ma non c'è da preoccuparsi: le previsioni danno brutto tempo ancora per i prossimi due w/end.


in foto: il massimo della mia capacità manuale: montare le sedie dell'Ikea. 
Con l'immancabile brugola, ovviamònt.

27 aprile 2012

indovina la citazione - 23

Anche per questa puntata di "indovina la citazione", mi duole dirvi che indovinarlo all'ultima è troppo facile! Dai, dai, provate.


01 - Se volete il mio parere siamo eterosessuali per approssimazione, non per scelta. È solo una questione di chi ti tira. È solo una faccenda di estetica, non c'entra una mazza la moralità.

02 - Tu trovi che quest'approccio di solito funziona? O lasciami indovinare, non l'hai mai tentato prima. Infatti normalmente non fai approcci alle ragazze, ho ragione?
La verità è che sei un ragazzo sensibile e calmo ma, se fossi pronta a correre il rischio, potrei scoprire il tuo lato nascosto: brillante, avventuroso, appassionato, tenero, leale - TAXI! - un po' cattivo e un po' pazzoide ma, ehi, non è questo che intriga noi ragazze?

03 - Ursula Andress! La quintessenza delle pupe di Bond! È quello che dicono tutti. L'incarnazione - giusto? - della sua superiorità su di noi. Bellissima, esotica, grande sensualità eppure, del tutto inaccessibile a chiunque a parte lui. Cagate! Insomma, ammettiamolo dico io: se si fa uno di Edimburgo si può fare tutti noi no, cazzo?

04 - È una merda essere scozzesi! Siamo il peggio del peggio, la feccia di questa cazzo di terra, i più disgraziati, miserabili, servili, patetici avanzi che siano mai stati cagati nella civiltà.
Ci sono quelli che odiano gli inglesi, io no! Sono solo delle mezze seghe! d'altra parte noi siamo stati colonizzati da mezze seghe, non troviamo neanche una cultura decente da cui farci colonizzare. Siamo governati da palle mosce!

05 - Prendete l'orgasmo più forte che avete mai provato. Moltiplicatelo per mille. Neanche allora ci siete vicini.
 
06 - Scegliete la vita; scegliete un lavoro; scegliete una carriera; scegliete la famiglia; scegliete un maxitelevisore del cazzo; scegliete lavatrici, macchine, lettori CD e apriscatole elettrici. Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita; scegliete un mutuo a interessi fissi; scegliete una prima casa; scegliete gli amici; scegliete una moda casual e le valigie in tinta; scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del cazzo; scegliete il fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina; scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare. Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio ridotti a motivo di imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi; scegliete un futuro; scegliete la vita. Ma perché dovrei fare una cosa così? Io ho scelto di non scegliere la vita, ho scelto qualcos'altro, le ragioni? Non ci sono ragioni, chi ha bisogno di ragioni quando ha l'eroina?

26 aprile 2012

operazione Tyler Durden

 
Settimana scorsa è cominciato il mio tentativo di perdere un po' di peso in vista dell'estate. Prendendo spunto da un blog che seguo l'ho chiamato "operazione Tyler Durden".
Sia chiaro: io non ci assomiglio neanche lontanamente a Tyler Durden (che poi sarebbe Brad Pitt in "Fight Club"). E non ci assomiglierei neanche dopo 2 anni di allenamenti e 3 o 4 plastiche facciali.

Ma a qualcuno o qualcosa bisogna ispirarsi, no?

Insomma, ho cominciato neanche una settimana fa. O forse dovrei dire ri-cominciato. Gioco a calcio una volta alla settimana (insufficiente per una persona di 41 anni che mangia come un bufalo) e ho sempre avuto l'abbonamento alla palestra.
Ma averlo non significa andarci in 'sta benedetta palestra. Infatti da Natale a settimana scorsa ci sono andato ben due volte.

Adesso l'impietosa bilancia segna 90 chili e mi sento un budino. Il che significa
Priorità: dimagrire e tirare su un po' di massa muscolare.
Tempistica: due mesi.

Ce la farò? E non dite subito "no", cazzo, che così mi scoraggiate.

23 aprile 2012

la fine (?) di un falso mito

Alcuni lo dicevano da tempo: la Lega è come l’UDEUR del nord. Ovvero familismo, compravendita di voti, interecettazione di fondi pubblici ecc.

Il guaio è che la Lega faceva di "Roma ladrona" (pronunciato in Bossi style, con tanto di voce rauca e occhio ignorante) la sua bandiera. E questo rende il loro caso ancor peggiore rispetto al caso di Lusi della Margherita di qualche settimana fa, o ai vari casi della Prima Repubblica, che si celavano dietro a un "rubano tutti, lo faccio anch'io". 
Tutti i partiti rubano, è chiaro. Ma se quelli trovati con le mani nella marmellata si vantavano di essere i cavalieri di un’Italia diversa (o Padania diversa?) be’ altro che monetine: il pestaggio mediatico è garantito. E pure doveroso.

Fa tristezza constatare che i popoli italici, benché mascherati dietro a sigle politiche, regioni o tradizioni diverse sono tutti familisti, corruttori e corruttibili e parassitano la comunità attraverso lo stato continuamente e senza vergogna.

 fotografia scattata stamattina in corso XXII marzo, angolo via Fratelli Bronzetti.

18 aprile 2012

cos'è successo a Gerald Bostock

Nel 1972 uscì un magnifico concept album di rock progressivo dal titolo "Thick as a Brick", firmato da una band meravigliosa che si chiama Jethro Tull, e che narrava le gesta di un ragazzino di dieci anni, Gerald Bostock, bambino prodigio e poeta in erba.
Disco epocale e da me largamente amato.

E poi cosa è successo? È successo che quarant'anni dopo, arriva una sorta di sequel, ad opera di Ian Anderson, cantante, compositore e vera anima dei Jethro Tull: "Thick as a Brick 2" (titolo non molto originale, ma vabbè).

Proseguono le vicende di Gerry Bostock, ormai 50enne. O meglio: di quello che avrebbe potuto diventare. Si valutano i vari "What-Ifs, Maybes and Might-Have-Beens" della vita e dei vari bivi che ci troviamo davanti e per quale motivo decidiamo di svoltare da una parte o dall'altra.
Cioè: non è che io abbia capito tutto, eh! La verità è che uno dovrebbe stare lì a leggersi tutte le parole. Ma siamo sinceri: non ne ho fisicamente il tempo. E questo dando per scontato che la mia conoscenza dell'inglese mi permetta di capire tutto.

Quel che posso dire di sicuro è che il disco è di molto piacevole. E a un vecchio dinosauro come me, sembra di tornare indietro nel tempo. Cioè: sembra veramente un disco scritto un anno dopo il primo capitolo, l'atmosfera è identica, anche se qua non abbiamo un'unica grande traccia, come nel disco del 1972, ma tanti piccoli brani.
C'è da dire che io non mi aspettavo quasi niente da questo disco. Elemento per me fondamentale, perché è notorio che aspettativa = delusione. Specie quando si parla di sequel.

Divertenti anche i vari giochi di trasposizione nell'arco degli anni. A partire dalla copertina: allora era la copertina del giornale "Saint Cleve Chronicle"; adesso è - ovviamente - trattata come un'Home Page del sito Saint Cleve.

Se volete saperne di più in generale, andate direttamente al sito ufficiale di Ian Anderson.


13 aprile 2012

la gita scolastica ai tempi di Facebook

Anita è in gita con la scuola. Sì, a 5 anni e mezzo è in gita con la scuola, proprio così.
Se me lo avessero detto un paio di anni fa non ci avrei creduto.
4 giorni e tre notti senza la famiglia, sotto la tutela di alcune maestre coraggiose e disposte a sobbarcarsi il peso di una ventina di bambini ancora in età da "voglio la mia mamma".

Capita però che le maestre siano anche particolarmente avvezze all'uso della tecnologia. E quindi di avere l'opportunità di seguire tua figlia mentre visita un castello o fa un gita in motoscafo o altre attività.
E così la separazione è meno difficoltosa, nonostante la tenera età.

Viva Facebook, quindi, se ci permette di seguire a distanza questi avvenimenti. E viva le maestre che si sono premurate di tutto.


in foto: Anita, Amelie e Camilla, mentre mangiano un gelato (beh, questo lo vedevate da soli)

06 aprile 2012

indovina la citazione - 22

Film pieno zeppo di citazioni, di un regista che ama le citazioni.. Ne scelgo alcune, ma confido lo indoviniate entro le prime.


01 - Lei era una cosa unica. Certe volte la notte restavo a fissarla mentre dormiva. Ogni tanto lei si svegliava e se ne accorgeva. E si metteva a strillare.

02 - Il segreto sta nel non essere te, ma me. Tu sei bassino e piuttosto bruttino, ma anch'io sono abbastanza basso e brutto per avere successo per conto mio. 

03 - Tu hai investito le tue emozioni in azioni fallimentari. Hai subito un crack: non sono più quotate in borsa. E allora tu che cosa fai? Devi reinvestire! Possibilmente in azioni più stabili, qualcosa che dia garanzia di sviluppo a lunga scadenza.
- Con chi mi vuoi fidanzare? Con la General Motors?

04 - Io voglio una donna eccezionale. Veramente eccezionale.
- Be', senti, Madame Curie è morta: chi c'è rimasto?    

05 - Poi sta cominciando a piovere e mi sono ricordata che c'è un bel film con Ida Lupino sul 4° canale. Sai quello dove lei è felicemente sposata e all'improvviso si mette nei pasticci col miglior amico di suo marito?
- E poi come finisce?
- Lei li ammazza tutti e due e poi si suicida.
- È meglio uscire!    

06 - Le interessa la danza signorina?
- Sparisci sgorbio!
...
- Che cosa ha detto?
- Che è un po' stanca.

07 - Devo avere delle bistecche surgelate e una bottiglia di Champagne.
- E che ci fai con lo Champagne? Devi varare una nave?
- No, volevo cucinare a casa per impressionare una ragazza: ho fatto il manzo Stroganoff nella pentola a pressione.
- E come è venuto?
- Non lo so, è ancora appiccicato al muro.

05 aprile 2012

addio, Mia!

Chissà perché certe cose succedono mentre piove. E per di più durante la notte.
Certe volte la nostra vita sembra scritta da uno sceneggiatore.
Insomma stanotte, mentre pioveva, è morta la nostra gatta. Abbiamo dovuto farla sopprimere. O "addormentarla", dicendolo in maniera più delicata.

La cosa strana è che fino a un mese fa, o anche meno, stava bene. Poi improvvisamente ha avuto un tracollo verticale che l'ha portata prima a vomitare spesso, e poi a smettere di essere un gatto e a somigliare di più a una pelliccia di gatto. Lasciata lì.

Prima l'abbiamo portata da un veterinario, quando ancora era più o meno in salute, ma è stato impossibile visitarla, perché è sempre stata una gatta aggressiva. Da ieri, poi, si trascinava a fatica, e aveva proprio lo sguardo stanco e assente.

Così abbiamo aspettato che le bambine si addormentassero; abbiamo fatto venire lo zio Dauno a casa (per qualsiasi evenienza) e siamo andati al Pronto Soccorso veterinario dove l'hanno visitata, le hanno fatto le analisi del sangue e ci hanno detto che era molto malata e che non c'era più niente da fare. Così l'abbiamo salutata e l'abbiamo lasciata lì dove l'hanno addormentata.

Ciao, gatta matta. Mi mancherai.


30 marzo 2012

i mille volti di Gotye

È da un mesetto che in rete si fa un gran parlare di Gotye, ragazzo belga emigrato in Australia, cantautore polistrumentista. Con la solita curiosità, mi sono andato a cercare il nuovo disco "Making Mirrors", scoprendo peraltro che questo è il suo terzo lavoro (gli altri due dalle nostre parti non son mai arrivati).

Beh, devo dire che sembra di essere davanti a un novello Peter Gabriel. Soprattutto per le influenze etniche e alcune volte per il tono della voce. Ma anche per la poliedricità dell'album.

Sì, perché quello che differenzia quest'album dalle nuove uscite in generale, secondo me, è la varietà dei brani: ci si può trovare alcune ballate alla Patrick Wolf, inserti elettronici tipici di una certa produzione di Beck, ma anche l'utilizzo del vocoder (in "State of the Art") o addirittura interpretazioni dall'aria soul ("I Feel better" in particolare).

Nonostante tutto, però, il disco gode di una sua linea melodica e di una sua certa omogeneità. E anche di una discreta orecchiabilità. Insomma: mettere insieme tutti questi elementi e non risultare un'arlecchinata non penso sia facile.

Bravo Gotye, ti seguirò con interesse.